Questa pagina contiene una breve descrizione del mio viaggio in Grecia
di fine agosto 2019, per recuperare sull'isola di Sìfnos la mia automobile riparata
Visto che durante il mio viaggio da fine luglio ad inizio agosto la
mia auto si era guastata ed era rimasta in riparazione in un'officina sull'isola di Sìfnos, a fine
agosto sono tornato laggiù per riprendere la mia auto.
Il viaggio l'ho interamente prenotato mentre ero ancora in Grecia, pensando di tornare cinque giorni dopo
la data nominale della riparazione, in modo da evitare che un ritardo del meccanico renda tutto inutile.
Due o tre giorni prima della partenza mi arriva una telefonata dall'isola di Paros. E' la figlia della
proprietaria della casa affittata a Kato Petàli, che ha mantenuto i contatti con il meccanico. Mi avvisa
che l'auto è stata riparata ed è stata spostata nel parcheggio vicino al porto, mentre le chiavi sono state lasciate
ad un'agenzia di autonoleggio nei pressi. Molto gentile, questa signora, ma curiosamente mi saluta freddamente
dicendomi "Farewell Mr. Coletti". Come ho già scritto, i greci valli a capire...
Ho pianificato il viaggio in quattro giorni, per evitare che i soliti ritardi dei traghetti mi facciano perdere
qualche coincidenza.
Mi alzo molto presto al mattino a Roma, dove sono tornato dal paesino in collina il giorno
prima. Prendo la Renault Kadjar affittata per le vacanze italiane e mi dirigo verso Fiumicino.
Vicino all'aeroporto faccio il pieno di gasolio, per restituire l'auto nelle stesse condizioni in cui mi era stata
data, poi entro in uno dei parcheggi multipiano e restituisco l'auto.
Entro poi nell'aeroporto Leonardo da Vinci e mi dirigo al Terminal 1. Questa volta come bagaglio ho solo
uno zaino, più che sufficiente per i pochi giorni di permanenza.
Il volo parte un po' in ritardo e questa volta il percorso è quasi tutto sul mare. Il comandante raccomanda di
tenere le cinture sempre allacciate, perché ogni tanto ci sono raffiche di vento che fanno vibrare le ali
dell'aereo. Alla fine vedo che stiamo sorvolando il Peloponneso e guardo verso Nafplio, dove ero
stato 5 anni fa. Arriviamo quindi ad Atene da sudovest e l'atterraggio è perfetto.
Esco rapidamente dall'aeroporto, visto che ho solo il bagaglio a mano, seguo le indicazioni e vado nella vicina stazione
della metropolitana. Inutile spendere la somma fissa di 50 euro per un taxi, visto che ho solo uno zaino con me,
mentre il biglietto della metro dall'aeroporto costa 10 euro. Prendo la linea 3, che viaggia prima in superficie
e poi, quando si entra in città, diventa sotterranea. Scendo alla fermata di Monastiraki, in zona centrale, e
poi prendo la linea 1 (qui la fermata si chiama Monastirion), fino al porto del Pireo. Tutto
il percorso è durato un'ora e dieci minuti.
Vado al porto, mangio qualcosa, poi più tardi mi imbarco sulla solita Speedrunner III che dopo
una sosta a Sèrifos mi porta a Kàmares, sull'isola di Sìfnos.
Vado subito al'agenzia di autonoleggio, che mi consegna le chiavi dell'auto. Faccio circa duecento metri e raggiungo
il parcheggio all'ingresso della cittadina, dove trovo la mia auto. E' coperta da un sottile strato di polvere, segno
che è stata all'aperto gran parte del tempo.
Entro e giro la chiave di accensione: per fortuna tutto bene e la frizione funziona perfettamente. Visto
che ho prenotato l'hotel proprio qui vicino, mi sposto di meno di centro metri e parcheggio lì davanti. Poi
entro in stanza e riposo un po'. La stanza ha anche un balconcino vista mare, che uso per mangiare
i cibi comprati prima, poi cerco di dormire molto presto, visto che la giornata è stata lunga.
Lascio l'hotel di Kàmares, faccio colazione in un bar lì vicino e poi vado a trovare il meccanico
nella sua officina, ad alcuni km di distanza. Rimane infatti da pagare il suo lavoro, mentre i pezzi di ricambio li
avevo pagati in anticipo. L'officina è ancora chiusa, così decido di fare prima un po' il turista.
Vado nella cittadina di Kastro e passeggio a lungo nei vicoli in salita e quasi deserti, fino ad un mulino
a vento sulla cima. E' tutto molto bello e spettacolare. Poi ridiscendo, prendo l'auto e vado nell'officina,
che questa volta è aperta. Pago 65 euro, una somma ragionevole, alla segretaria del meccanico, che però nella
ricevuta sbaglia a scrivere il mio nome. Cosa strana, mi tocca insistere a lungo perché corregga i dati e stampi
una nuova ricevuta. Valli a capire...
Torno poi a Kàmares e mi fermo vicino al molo da cui partirà il traghetto. Più tardi mi imbarco e, dopo qualche ora,
torno sulla terraferma, nel porto del Pireo. Mi dirigo subito fuori città e imbocco l'autostrada
che corre lungo la costa settentrionale del Peloponneso. Fa molto caldo e i cartelli luminosi avvertono del
pericolo d'incendio. Un anno fa in questa zona scoppiò un enorme incendio e decine di automobilisti morirono
tragicamente.
Il viaggio va bene, senza incendi e senza traccia di traffico, e così arrivo nel tardo pomeriggio a Patrasso,
che è la terza città della Grecia, sulla costa nord del Peloponneso. Vado subito in hotel e constato che
non hanno parcheggio, mentre nella prenotazione c'era scritto il contrario.
Parcheggio in strada lì vicino, riposo un po' in camera e poi mi sposto nel centro cittadino. Siedo un po' sulle
panchine della piazza principale, popolata soprattutto da giovani ed adolescenti, poi passeggio un po' e trovo
una zona piena di locali e birrerie, pullulante di giovani. Ho trovato la movida di Patrasso.
Più tardi torno in hotel, lascio l'auto nel parcheggio di un supermercato, prendo un cocktail in un bar lì
vicino e vado a dormire.
Il traghetto parte verso le 17, quindi ho un bel po' di tempo libero. Dopo aver fatto la colazione
in hotel e averlo lasciato, vado a visitare il Castello di Patrasso.
Il castello è ovviamente in alto, l'ingresso è libero ed è molto grande. Ci sono torri e punti panoramici ed
anche giardini e viali alberati.
Finita la visita torno vicino alla piazza principale e cerco un posto dove pranzare. Ordino del gyros e
la cameriera mi avverte che è una porzione abbondante. Non le dò retta e così mi ritrovo letteralmente con
una montagna di carne di maiale nel piatto, completa di contorno altrettanto abbondante. Ovviamente non
prendo altro e spendo molto poco.
Poi mi sposto in una vicina pasticceria, dove prendo un gelato, una bibita e un caffè frappè, che
mi servono amarissimo. Almeno non mi addormenterò...
Passeggio un po', anche per digerire meglio, poi prendo l'auto e vado al porto. Prendo le carte di imbarco
e aspetto con pazienza l'inizio dell'imbarco sul traghetto della Grimaldi. A quanto pare hanno
sbagliato i calcoli, perché c'è un incredibile numero di TIR in attesa e un enorme numero di automobili,
quasi tutti turisti italiani che tornano dalle vacanze. Così l'imbarco prende molto tempo e il traghetto
parte con quasi due ore di ritardo.
A bordo questa volta non ho trovato né cabina né poltrona, ma trovo il modo di arrangiarmi. La creatività
dei turisti è degna di nota: c'è chi si è portato enormi materassini gonfiabili, lenzuola e coperte, così
la nave diventa nottetempo un vero e proprio bivacco.
Arrivo in mattinata nel porto di Brindisi e qui una nuova stranezza. Dopo l'attracco
passano quasi due ore prima che le automobili vengano fatte scendere, un'attesa inspiegabile e snervante,
anche perché l'equipaggio Grimaldi non sa dare nessuna spiegazione. Difficilmente userò ancora
questa compagnia, dovessi tornare in Grecia in auto.
Una volta sbarcato prendo la superstrada per Bari, poi l'autostrada verso Benevento. Questa volta
vorrei evitare la Telesina ma in un'area di servizio leggo su uno schermo che il traffico verso Napoli
è bloccato e quindi lascio l'autostrada, che riprendo più tardi dalle parti di Caserta.
Da notare che, vista la notte quasi in bianco, ho molto sonno e sono costretto a fermarmi spesso nelle aree
di servizio a prendere caffè. Arrivo in serata a Roma e vado a dormire molto presto. Missione
compiuta.
Il viaggio destinato al recupero dell'automobile è andato tutto come previsto, anche se nella
parte finale è stato un po' stancante.
Verso metà settembre mi sono reso conto, guardando l'estratto conto della mia carta di credito, che la
società di autonoleggio presso cui avevo preso per tre settimane la Renault Kadjar, mi aveva addebitato
una somma sei volte superiore a quella dovuta. Incredibile!
Sono dovuto andare due volte a Fiumicino negli uffici di questa società, la seconda volta anche
urlando un po', per ottenere infine un rimborso di notevole entità, che mi è arrivato come transazione
inversa sulla carta di credito.
Un'altra società a cui dire bye bye.