Questa pagina contiene una breve descrizione del mio viaggio in Grecia,
fatto da fine luglio ad inizio agosto 2019
Come principale viaggio dell'estate, ho deciso quest'anno di tornare in Grecia per la terza volta. Dopo una breve
ricerca, ho scelto di visitare tre isole dell'arcipelago delle Cicladi, situato nel Mar Egeo.
Come sempre, ho pianificato con cura il viaggio, prenotando in anticipo tutti i traghetti e gli alberghi, allo scopo
di visitare le isole di Sèrifos, Sìfnos e Mìlos.
Il viaggio è stato molto bello e ho visto tutti i luoghi che avevo previsto, anche se c'è stato un problema serio con
la mia auto, come racconto nel seguito.
Parto da Roma insieme a mio padre e mi fermo qualche ora in un paesino laziale, dove lui deve
restare in vacanza.
Più tardi riparto e prendo l'autostrada A1 in direzione di Napoli. Prendo poi la cosiddetta Telesina, che
mi porta nei pressi di Benevento, dove riprendo l'autostrada verso Bari. Proseguo poi lungo la superstrada
e arrivo nel tardo pomeriggio nel porto di Brindisi.
Ritiro le carte di imbarco e dopo un paio d'ore si può salire a bordo. Purtroppo ho prenotato un po' tardi e le cabine sono
esaurite, per cui ho trovato solo un posto in poltrona. E' qui che passerò la notte, chiacchierando a lungo in inglese con una
turista olandese seduta accanto a me.
Arrivo in Grecia, nel porto di Igoumenitsa,
mentre il sole sta sorgendo e mi dirigo subito verso sud, seguendo la costa. Mi fermo a
Sývota, una cittadina costiera molto carina. Faccio colazione in un bar e poi
passeggio nella zona del porto, dove ci sono molte imbarcazioni da diporto.
Proseguo poi lungo la costa e faccio una nuova sosta, più lunga, a Parga. Qui visito il centro storico,
fatto di vie strette e piene di negozi, e poi il Castello Veneziano. In realtà del castello sono rimasti quasi
solo ruderi, ma da qui ci sono dei panorami molto belli sulla città e sulla costa.
Lasciata Parga, arrivo al poco distante sito archeologico del Necromanteion.
Parcheggio l'auto e percorro poi varie centinaia di metri a piedi e in salita, la zona è pedonale, con un caldo tremendo.
Il sito, non lontano dal fiume Acheronte, era dedicato ad Ade e serviva come porta di comunicazione con l'aldilà.
Ci sono mura, locali, anfore ed altro ancora, tutto piuttosto ben conservato, anche se l'identificazione di questo luogo
con l'antico Necromanteion è contestata.
Arrivo poi a Prèveza nel primo pomeriggio e cerco un ristorante che mi ispiri. La città è molto
urbanizzata e piena di turisti, ma riesco a parcheggiare sul lungomare e mi dirigo verso un ristorante trovato
su TripAdvisor. In realtà quando ci passo davanti non mi impressiona molto e noto che è quasi vuoto, così mi fermo
in un altro ristorante poco più avanti, dove faccio un bel pranzo a base di pesce e con un conto che mette allegria.
Ormai è pomeriggio inoltrato ed è quindi ora di dirigersi a Mesolongi, dove ho
prenotato un appartamento per una notte.
Purtroppo il mio navigatore non conosce la nuova autostrada costruita da poco in questa zona, la
Ionìa Odòs, che, credo, dovrebbe collegare Atene e il Peloponneso a Igoumenitsa, percorrendo
tutta la costa ionica. La strada è talmente nuova che non ci sono insegne neanche a pagarle, per cui alla fine esco
nel punto sbagliato e faccio un percorso molto più lungo del dovuto.
Arrivo all'appartamento di Mesolongi e non c'è nessuno, anche se avevo inviato un messaggio
un po' prima. Telefono al proprietario, che arriva in 10 minuti e mi dà le chiavi dell'appartamento, dopo il mio pagamento
anticipato. C'è in pratica una sola stanza con due letti e poi il bagno e una cucina molto piccola. Ma sono solo e per una
notte va benissimo, anche perché è pulito e l'aria condizionata funziona molto bene, cosa fondamentale in Grecia, visto
il caldo pazzesco. Il prezzo è molto basso.
Faccio una doccia e riposo un po', poi verso le 21 esco e passeggio un po' nel centro storico, che non offre molto, poi
prendo l'auto e raggiungo il lungomare, dove trovo una specie di cocktail bar con ampio giardino, dove decido di
cenare. La scelta è buona perché il luogo sembra il ritrovo della gente del posto nelle sere estive e ci sono anche molti
giovani, mentre io sono il solo turista presente. Il personale è molto gentile, mi fanno scegliere il pesce fresco da cucinare,
prendo anche un altro piatto, entrambi abbondanti e alla fine spendo davvero molto poco. Magari fosse sempre così!
Dopo cena torno al mio appartamento in periferia.
Mi alzo presto e parto, lasciando le chiavi in casa, come convenuto con il proprietario, che avviso con
un messaggio.
Mi dirigo verso est sull'autostrada, diretto al ponte che porta al Peloponneso. Lungo la strada mi fermo in un
punto panoramico dove si vede di fronte la zona di Patrasso e in lontananza il grande ponte a più campate. Il
panorama è bellissimo e il vento trasporta delle cantilene provenienti da qualche chiesa ortodossa nei paraggi.
Arrivo ad Antìrrio e imbocco il ponte che attraversa l'entrata del golfo di Corinto (il pedaggio
costa 13 euro). In pochi minuti sono a Rio, nel Peloponneso, e inizio a percorrere l'autostrada
diretta ad Atene.
Mi fermo in una delle poche aree di servizio esistenti in Grecia e faccio colazione, poi sosto per un po' a
Loutraki, dove ero stato 5 anni prima. Riprendo l'autostrada e arrivo in tarda mattinata ad Atene.
Visto che c'è qualche ora prima che parta il traghetto, penso di andare a visitare il Museo dell'Arte Cicladica e
mi dirigo quindi verso quella zona. Ma il traffico di Atene è così intenso che impiego un tempo infinito e quando
arrivo non ci sono margini di tempo sufficienti (e neanche un parcheggio facile), per cui opto per andare subito
al porto del Pireo.
Sono in pieno centro di Atene, vicino piazza Syntagma, ma per fortuna a breve distanza si imbocca una strada
a tre corsie che porta direttamente al porto, per cui arrivo in breve tempo. Vado subito negli uffici della
Aegean Speed Lines per prendere le carte di imbarco e poi cerco un posto dove pranzare, ma il problema è
che non ci sono spazi per il parcheggio. Risolvo fermandomi nel parcheggio di un supermercato, dove compro anche
varie cose, e poi pranzo, abbastanza bene, in un piccolo ristorante proprio di fronte al molo di partenza.
Più tardi porto l'auto all'interno della zona portuale e aspetto con calma l'arrivo della Speedrunner III,
che arriva quando mancano 20 minuti alla partenza. I traghetti greci sono incredibili, attraccano in due minuti
con la porta posteriore già aperta e pochi attimi dopo una fiumana di veicoli e persone inizia a defluire.
Poco dopo mi imbarco e il traghetto parte in leggero ritardo. Per ogni passeggero è previsto un posto a sedere,
in comode poltrone. In lontananza si intravedono isole sconosciute. Forse Egina, Kea, Kithnos...
Dopo oltre due ore appare un'isola conica e non molto grande. E' Sèrifos, la mia prima tappa isolana. La
nave costeggia la costa meridionale, fatta di alture brulle, con rare case bianche e blu costruite nei punti
più incredibili. Come arrivino fin lassù è un mistero...
Il traghetto attracca sulla costa orientale, nel porto di Livadi, che è anche il centro abitato più grande
dell'isola. Scendo con la mia auto e mi dirigo verso la casa affittata per due notti nella frazione di Ràmos.
Per arrivarci devo passare in strade molto strette alla periferia di Livadi e poi salire per un paio di km. Alla
fine ci sono 100 metri di strada sterrata e infine arrivo al mio appartamento, una specie di villetta a schiera,
da cui si gode un panorama meraviglioso. Proprio di fronte, in basso, Livadi e il suo porto, verso sinistra i
monti di Sèrifos e in alto la vecchia città di Chora, verso destra il mare aperto, dove in lontananza si staglia
imponente l'isola di Sìfnos.
Ormai siamo al tramonto e si alza un forte vento. Riposo e ceno con i cibi comprati al Pireo. Fuori c'è ancora vento e
il cielo è nero e pieno di stelle.
Mi alzo abbastanza presto, faccio colazione nella cucina della casa e poi esco in auto. Non appena
imbocco la strada principale, il pedale della frizione rimane abbassato. Mi fermo, rialzo il pedale a mano e poi
riparto. C'è da dire che qualche settimana prima di partire ho dovuto far cambiare l'intera frizione di questa auto,
andando da un meccanico vicino casa mia, visto che i tempi di attesa per l'officina ufficiale erano lunghissimi. Pochi
giorni dopo il pedale era rimasto abbassato e lo stesso meccanico aveva provveduto, ovviamente gratis.
Proseguo senza problemi sulle alture di Sèrifos, lungo una strada panoramica che porta a Chora. Mi fermo
vicino le prime case e inizio a salire lungo gli stretti vicoli di quella che sembra quasi una città fantasma, bordati
da case di massimo due piani, tutte bianche, con i tetti piatti e le persiane blu. C'è anche una bellissima chiesetta
ortodossa, la cui cupola azzurra risplende nel sole.
Qualche casa è abitata, forse come seconda casa da qualche greco o affittata ai turisti. Continuo a salire e fare foto,
finché raggiungo quello che sembra il centro del paese. Qui ci sono vari bar, una via piena di negozi e un certo
numero di turisti che vagano distratti. Prendo una bibita fresca, è quello che ci vuole con questo caldo, poi proseguo
la salita.
Lungo la strada ogni tanto qualche scena un po' osé, cosa che suggerisce come questi vicoli deserti diventino
d'estate un luogo in cui fare tante conoscenze, diciamo. Arrivo infine nel punto più alto, dove c'è un belvedere
e una chiesetta chiusa, davanti alla cui porta sventola la bandiera greca. Faccio foto e riprese video,
in concorrenza con gli altri turisti, tra cui spicca una famiglia francese piena di bimbi, poi inizio la discesa.
Torno all'auto e parto in direzione di una spiaggia. Lungo la strada il pedale della frizione rimane di nuovo bloccato
alcune volte e devo fermarmi e liberarlo ogni volta. Arrivo infine alla spiaggia di Psili Ammos e trascorro
qui il resto della giornata.
La spiaggia è libera, per cui pianto il mio ombrellone e uso la mia comoda sedia pieghevole. C'è molto spazio
a disposizione e faccio varie volte il bagno in un'acqua che più limpida non si potrebbe. Nuoto e faccio anche
snorkeling, immergendomi poi a piccola profondità.
C'è vegetazione sul fondale, l'acqua è limpidissima, ma c'è un mistero, che resterà tale per il resto
del viaggio: non ci sono pesci. Neanche uno. Cosa che constrasta ad esempio con quello che ho visto nelle
isole ioniche due anni fa.
Verso sera torno a casa, sistemando purtroppo la frizione varie volte. Sono preoccupato perché sembra che la
situazione stia peggiorando e da queste parti non c'è traccia di un'officina. In ogni caso arrivo a Ramos e ceno in
casa, di fronte ad un panorama meraviglioso.
Dopo colazione lego insieme due lacci da scarpe di riserva, li attacco al pedale della frizione e allo
sportello dell'auto. Così, se il pedale si blocca, posso rialzarlo in un attimo, senza neanche fermarmi. Nella mia
ingenuità motoristica penso di aver quasi risolto il problema, cosa che si rivelerà falsa.
In ogni caso scendo a Livadi, compro qualche ricordino, vado in un piccolo supermercato, utilizzato anche nei
giorni scorsi, poi aspetto l'arrivo del solito traghetto.
Chiacchiero un po' con gli altri turisti in attesa, poi la nave arriva, anche se in ritardo, e mi imbarco con pochi
problemi grazie al trucco dei lacci. Dopo solo 50 minuti, grazie agli oltre 30 nodi a cui viaggiano questi
traghetti, sbarco nell'isola di Sìfnos, nel porto di Kàmares.
Vado subito a pranzo in uno dei tanti ristoranti affiancati presenti vicino al porto e per fortuna scelgo bene e
mangio tra le altre cose una buonissima moussakà. Arrivo poi nella mia nuova casa, situata nel centro dell'isola,
a comunque solo 5 km dal porto, vicino la città di Apollonia, nella frazione di Kato Petàli. La casa non
è molto grande ma tranquilla e dotata di tutte le comodità. L'insieme delle case assomiglia ad un piccolo villaggio
e intorno c'è la campagna e le colline dell'isola.
Riposo un po', poi penso di uscire per andare a visitare il vicino villaggio di Kastro, ma fatti centro metri
si accende una luce sul cruscotto: STOP e
il computer mi dice che ci sono problemi ai freni, per cui la marcia va interrotta. Ora sono ufficialmente nei guai.
Torno lentamente all'interno del minivillaggio, poi telefono alla mia assicurazione in Italia, visto che pago il
soccorso stradale. Mi dicono che invieranno un carro attrezzi per portare l'auto alla più vicina officina. Il
tutto di domenica sera...
Visto che è ora di cena e ho fame, faccio a piedi i circa 2 km che mi separano dal centro di Apollonia, deciso a
fermarmi al primo ristorante incontrato. Il fato mi fa quindi cenare al Mammamia, ristorante italiano,
dove giovani e leggiadre cameriere invitano i passanti a salire e sedersi ai tavoli. Più tardi parlo con il furbo
proprietario italiano, che gentilmente contatta un meccanico, che domattina passerà a vedere l'auto.
Mi ritelefona però anche l'assicurazione, che mi invita ad essere presente quando passerà il carro attrezzi. Così
dopo cena invece di passeggiare per Apollonia in cerca di svago, sono costretto a rifarmi i 2 km a piedi e tornare
a Kato Petàli.
Verso le 23 in effetti arriva un carro attrezzi e si porta via la mia auto, da cui ho tolto quasi tutti i bagagli.
Questo meccanico, diverso da quello consigliato dal proprietario del Mammamia, è conosciuto anche dalla signora
che mi ha affittato casa, che ha in casa vari souvenir dell'Italia e che, nonostante la sua età, parla abbastanza
bene in inglese. Visto che il meccanico parla solo greco, tutti i contatti verranno gestiti dalla figlia di questa
signora, che l'inglese lo parla perfettamente e che mi telefonerà varie volte da un numero fisso dell'isola di Paros,
dove probabilmente vive.
Provo a telefonare anche a Europ Assistance, con cui ho stipulato una polizza sanitaria per il viaggio (ma non
di assistenza auto), ma il call center è confusionario e mi rimbalza su vari operatori, prima che cada la linea. Una
delusione.
In mattinata mi chiama la figlia dell'anziana signora, per dirmi che ha parlato con il meccanico, che
ha bisogno di pezzi di ricambio per 130 euro, da pagare in anticipo, anche se non sa se riuscirà o meno ad averli
disponibili in pochi giorni.
Prendo il mio foglietto per le emergenze, dove prima di partire ho segnato vari numeri utili, e chiamo il Consolato
Italiano di Atene, per chiedere che cosa dovrei fare nel caso dovessi lasciare la mia auto in Grecia per lungo tempo.
La signora che risponde si mette a ridere e dice che non le è mai capitato un caso simile. Comunque, mi farà sapere.
Trovo su internet la lista dei dieci taxi presenti a Sìfnos, ognuno con il suo numero di cellulare. Ne chiamo
uno e mi faccio portare dal meccanico, dove pago i 130 euro per i pezzi di ricambio, poi proseguo con lo stesso taxi
fino alla spiaggia di Faros, nella zona sudorientale dell'isola.
Passo qui la giornata, tra la spiaggia e le zone circostanti. Pranzo in un ristorante sul mare, con una splendida
zuppa di pesce e poi verso sera decido di tornare a casa con l'autobus.
Mi metto in attesa del bus, ci sono linee che collegano tutti i principali villaggi dell'isola, quando appare un'auto
che esce dalla città. Non so cosa mi prende, di sicuro non ho più l'età, ma alzo il pollice nel classico segnale degli
autostoppisti. Incredibilmente, l'auto si ferma e mi prende a bordo. Sui sedili davanti una giovane coppia francese
diretta ad Apollonia e poi a Kastro. Durante il viaggio passo il tempo conversando in francese con queste due
simpatiche persone, talmente gentili da accompagnarmi direttamente a casa, a Kato Petàli.
Ceno in casa con quanto ho comprato e vado a dormire.
Mi richiama la signora del Consolato e mi dà alcune informazioni, consigliandomi il
rientro dell'auto guasta, cosa che avevo immaginato ma che non avevo la minima idea di come organizzare, anche perché
non coperta dalla mia assicurazione.
Ora la funzionaria sembra persino premurosa. Forse vuole farsi perdonare la risata di ieri...
Mi ritelefona anche varie volte la mia assicurazione, anche perché anche loro sono in contatto con il meccanico di cui
hanno pagato il carro attrezzi. E anche loro consigliano il rietro.
Infine il colpo di grazia: mi chiama la figlia della proprietaria, per dirmi che i pezzi di ricambio non saranno
reperibili in breve tempo e l'auto si prevede riparata tra tre settimane, anche perché c'è di mezzo la settimana
di Ferragosto. Purtroppo non ho modo di verificare e sono costretto a fidarmi.
Vado ad Apollonia a piedi, passeggio, spedisco cartoline, faccio compere, poi prendo un taxi a vado a Kàmares a
pranzare. Provo a cambiare ristorante, ma stavolta va male e assaggio il peggior saganaki della mia vita, che rimando
indietro, anche se poi lo lasciano nel conto.
Compro direttamente il biglietto per un traghetto a fine mese, quando tornerò a riprendere l'auto, ed anche degli
oggetti in ceramica, unica produzione tipica di Sìfnos. Poi torno in autobus ad Apollonia e quindi a casa,
dove ceno. Prenoto anche via internet i voli, gli alberghi e gli altri traghetti che mi
serviranno a fine mese. La signora chiama un taxi perché mi venga a prendere il mattino dopo.
Al mattino arriva il taxi, dove carico i bagagli che ho potuto portare dietro, mentre ombrellone, sedia,
maschera e pinne ho dovuto lasciarli nel bagagliaio dell'auto. Arrivo a Kàmares e attendo il traghetto, questa volta della
Seajets. Mi imbarco con le valigie e dopo un'ora di navigazione sbarco nell'isola di Milos, nel porto di
Adàmas.
Per prima cosa vado a prendere l'auto in affitto che avevo prenotato su internet da Sìfnos. Mi danno una Toyota Aygo,
magari un po' piccola, ma che si rivelerà molto comoda per girare l'isola. Carico le valigie e cerco un posto dove
pranzare. L'atmosfera di Milos mi piace subito: in qualche modo le persone sembrano più rilassate e gentili, nonché
abituate ad avere a che fare con i turisti, mentre a Sèrifos e Sìfnos il carattere dei locali è rustico ed a tratti brusco,
non sempre simpatico.
Dopo pranzo vado nella casa dove dormirò quattro notti. E' un appartamento al primo piano, a poche centinaia di metri dal porto
e poche decine dal lungomare. Ha una cucina attrezzata, un soggiorno e una camera da letto con balcone.
Riposo un po', poi verso sera salgo in auto nella vicina città di Plaka che è il vecchio capoluogo che domina l'isola
dall'alto di una collina ed è fatto di vie strette, case bianche e una grande quantità di negozi, bar, ristoranti e turisti
provenienti da ogni dove. E' davvero piacevole passeggiare qui in questa sera d'estate, quando il caldo torrido del giorno
si attenua un po'. Ceno molto bene ed a prezzi onesti in un ristorante quassù, poi scendo ad Adàmas per dormire.
Mi alzo non tanto presto e vado poco lontano dalla città, dove il giorno prima avevo notato una
spiaggia alberata.
In questa zona, come pure da Adàmas, il passaggio verso il mare aperto non si vede ancora. Qui l'isola sembra un atollo,
con una grande laguna interna e monti tutto intorno.
Parcheggio sul lungomare e stendo la mia stuoia all'ombra di un grande albero, che mi fa da ombrellone, come fanno molte
altre persone nei dintorni, soprattutto famiglie con bambini. Faccio due lunghe nuotate, prendo un po' il sole e poi
riparto, diretto alla costa settentrionale, comunque a pochi km di distanza.
Arrivo all'ora di pranzo a Mandrakia, un piccolo villaggio che si trova all'estremità di un promontorio. Case
bianche sul mare, quelle dei pescatori basse sull'acqua, e un panorama davvero meraviglioso. Probabilmente questo è
il luogo più spettacolare visto in questo viaggio. C'è un unico ristorante, con vista panoramica, e mi siedo ad
uno degli ultimi tavoli rimasti liberi, per un pranzo buonissimo a picco sul mare. Che meraviglia!
Dopo pranzo mi sposto di poco, per andare a visitare la vicina spiaggia di Sarakìniko, che più che una spiaggia
è una grande distesa di rocce bianchissime e lisce, che degradano lentamente verso il mare. Anche questo luogo è
davvero spettacolare e scendo fino al mare, dove in effetti c'è una piccola spiaggia che si affaccia su una stretta
insenatura.
Fa molto caldo, ma a farmi da ombrellone questa volta ci sono delle grotte, o meglio dei cunicoli
scavati nella roccia non so bene a che scopo. Riposo e dormo persino un po', poi mi faccio coraggio e vado a nuotare
nell'insenatura, dove le correnti sono abbastanza forti e il mare è agitato, anche se poco profondo per un lungo tratto.
Verso sera torno ad Adàmas e vado a cenare sul lungomare poco fuori città, in un ristorante che si dà tante arie ma
che alla fine è solo un po' più costoso della media. Poi provo un locale notturno, il Vipera Lebetina, piccolo
e con vista panoramica sul porto, popolato da yacht di varia provenienza.
Questa volta mi alzo presto e vado sulla costa sud dell'isola, sulla spiaggia di Paliochori.
Anche questo è un luogo stupendo, con un'ampia e lunga spiaggia di sabbia, un mare limpido e intorno scogliere le
cui rocce sono multicolori, con il rosso e il giallo a farla da padrone. Davvero meraviglioso. Uso lo
stabilimento balneare, dove un lettino e un ombrellone costano 5 euro per l'intera giornata.
L'acqua è molto densa, tanto che si resta a galla anche senza muoversi, e anche i fondali sono pieni di tanti colori diversi.
Faccio due lunghe nuotate, anche raggiungendo i vicini scogli, poi prendo il sole e vado a pranzare nel bar che si trova in alto,
proprio sopra lo stabilimento.
Più tardi mi sposto nella spiaggia di Provatas, anche questa bella e con sabbia fine. Prendo un caffè frappé,
il caffè estivo dei greci, freddo, molto lungo, fortissimo, con ghiaccio e schiuma. Va preso dolce, per sentirlo meno amaro,
altrimenti è molto più amaro del nostro equivalente e diventa difficile da bere.
Verso sera torno ad Adàmas, ceno e vado a dormire nel mio appartamento.
Dopo colazione in casa, vado vicino al porto a restituire la Toyota Aygo che ho affittato per 3 giorni, poi
pranzo in un ristorante lì vicino.
Passo il pomeriggio passeggiando per gli stretti vicoli di Adàmas, facendo compere e fotografie, poi torno a casa per
riposare un po'.
Verso sera decido di tornare su a Plaka, così prendo un taxi. E' quasi l'ora del tramonto e il tassista mi consiglia di
andare vicino ad una piccola chiesa ortodossa, da dove c'è un bel panorama sul mare. Arrivo nei vicoli di Plaka e
chiedo come raggiungere la chiesetta, che è poco distante.
il consiglio era azzeccato, perché dietro la chiesa c'è un piccolo piazzale da dove si può ammirare il tramonto sul mare.
La vista è bellissima, con il sole che si abbassa pian piano verso il mare, sorvolando l'isolotto di Antìmilos, con il
cielo che diventa rosso fuoco. Ci sono tanti turisti e l'unico problema è come trovare spazio per fare fotografie.
Chiacchiero un po' con due turiste americane, poi, una volta tramontato il sole, prendo un cocktail in un bar lì vicino
e vado a cena in uno dei vicoli.
Dopo cena inizio la discesa verso il piazzale che fa da parcheggio e dove passa l'autobus per tornare sulla costa.
Noto un altro ristorante, peccato solo ora, dove ci sono musicisti che cantano canzoni tradizionali.
Una cosa curiosa è che lì vicino ci sono dei gatti, totalmente magri e che mangiano crocchette da una scatola
messa lì da una locale associazione animalista. Ne deduco che né i ristoranti, né gli abitanti danno gli avanzi ai gatti...
Poco dopo passa l'autobus, che in pochi minuti mi riporta giù ad Adàmas. Provo un altro locale notturno per un po',
poi torno a casa a dormire.
Mi alzo di buon ora e preparo i bagagli, compattando tutto in due valigie, un grosso trolley che
andrà in stiva e uno zaino, che sarà il mio bagaglio a mano. Entrambe le valigie sono piene, al punto da far fatica a
chiuderle. Purtroppo era tutto calcolato per il bagagliaio dell'auto, che non ho più.
Arrivo a piedi al porto e attendo il traghetto, il solito, che mi riporterà sulla terraferma. Mi imbarco, lasciando il
trolley nello spazio bagagli in basso e portando lo zaino con me. Il mare è leggermente agitato e questo aumenta un po'
la durata del tragitto. Tutto procede comunque senza problemi e pranzo a bordo con i miei panini. La nave fa tappa
a Sìfnos e poi a Sèrifos, facendomi ricordare i giorni passati lì, tra bellezze e problemi.
Arrivo al Pireo nel primo pomeriggio e prendo un taxi per arrivare all'albergo che avevo prenotato fin dall'inizio.
L'hotel non è lontano, ma fa molto caldo e avrei dovuto trascinare l'enorme trolley, per cui va bene così. Avrei potuto
annullare questa prenotazione e andare direttamente all'aeroporto, ma era l'ultimo volo della giornata e in caso di
sostanziale ritardo del traghetto, l'avrei perso.
Riposo un po' nella stanza, che è in un piano alto e offre un'ampia visuale su tutto il Pireo. Poi a sera esco per
cenare. Cerco di localizzare un ristorante visto su Tripadvisor, ma mi perdo per vie completamente deserte. Per fortuna
le poche persone che incontro non danno preoccupazioni: gente del luogo che porta a spasso il cane, altri che tornano dal
lavoro, nessuna brutta faccia.
Alla fine il ristorante lo trovo, ma non mi ispira, così decido di cenare nell'hotel. La cena si rivela buona e abbondante
e il costo è più che onesto, il che è un po' una sorpresa. Poi salgo in camera a dormire.
Mi alzo presto, mi preparo e faccio colazione nell'hotel. Poi faccio il check-out e chiedo all'addetto
di chiamarmi un taxi per l'aeroporto.
Il taxi arriva subito e inizia un viaggio di ben 45 minuti, per arrivare infine all'Eleftherios Venizelos,
l'aeroporto di Atene, situato circa 50 km ad est della città.
Mangio qualcosa in uno dei tanti punti di ristoro presenti nell'aeroporto, grande e ben organizzato, prendo il biglietto,
lascio il trolley e passo i controlli di sicurezza. Più tardi mi imbarco, in ritardo di quasi un'ora, su un aereo
diretto a Fiumicino.
Sono ben 7 anni che non prendo un aereo, mezzo che non prediligo ma che questa volta è indispensabile.
Ho il posto vicino al finestrino e passo il tempo guardando il panorama e usando il telefonino per localizzare la posizione
dell'aereo. Intendiamoci, il telefonino è in modalità aereo, ma ho acceso il solo GPS, che è un ricevitore e
quindi non emette nulla.
Vedo così che sbuchiamo sull'Adriatico più o meno sopra Corfù, poi sorvoliamo la Puglia, passando poi
esattamente sopra Matera. Da qui si vede Bari, tutto l'Adriatico e all'orizzonte la sponda opposta,
che credo sia il Montenegro.
Passiamo poi su Cassino, quando l'aereo ha appena iniziato la lenta discesa che lo porta poi ad atterrare a
Fiumicino, avendo recuperato una parte del ritardo.
Nell'aeroporto due belle sorprese: il mio trolley appare sul nastro trasportatore circa 10 minuti dopo l'atterraggio,
una cosa che 7 anni fa sarebbe apparsa come un miraggio. Poi le indicazioni, che allora erano assenti o confuse, sono
ora onnipresenti e fatte molto bene, per cui dovunque si debba andare è quasi impossibile perdersi.
Preso il bagaglio vado negli uffici di una società di autonoleggio, dove ho prenotato un'auto di media grandezza per
circa tre settimane. Passerò infatti il resto delle vacanze in un paesino laziale in alta collina, dove l'auto serve
sempre, anche per fare la spesa.
Dopo una lunga fila mi viene consegnata una fiammante Renault Kadjar. Nessuno mi spiega nulla dell'auto, ma,
dopo qualche minuto per localizzare i comandi meno comuni, esco senza problemi dal parcheggio dell'aeroporto ed
arrivo a casa mia a Roma. Fine del viaggio. Domani partirò per il paesino in collina.
Naturalmente questo viaggio è stato funestato dal guasto meccanico subito dalla mia automobile. Secondo il meccanico
vicino casa, dove non tornerò mai più, il guasto alla frizione non c'entra nulla con la sostituzione della frizione da
lui effettuata. Dicono tutti così.
In effetti credo ci siano solo tre possibilità per questo evento, in ordine inverso di probabilità: una riparazione
incompleta o mal fatta della frizione, un nuovo guasto avvenuto a componenti non sostituiti (ma che forse dovevano
esserlo), un sabotaggio al sistema frenante (poco probabile, ma nel caso forse avvenuto nel parcheggio della
casa di Sèrifos, cosa che comunque dipende dalla latenza del guasto).
Un quasi meccanico mi ha detto successivamente che putroppo la mia auto francese ha un solo serbatoio per i liquidi
della frizione e dei freni, mentre la sua, di una nota marca di qualità italiana, ne ha due separati. Sul momento
gli ho dato ragione, ma poi ho capito che in realtà è molto meglio avere un singolo serbatoio, perché in caso di
guasto ad esso la prima cosa che smette di funzionare è la frizione. Così ci si deve fermare, è vero, ma si evita
di trovarsi a 130 km/h in autostrada con i freni che improvvisamente smettono di funzionare. Nel mio caso ci sono
voluti ben due giorni perché il guasto alla frizione si propagasse fino ai freni. Molto meglio la mia auto!
In ogni caso, è stato comunque un bel viaggio e mi sono divertito. Nei primi giorni mi sono mosso senza problemi con la
mia auto, poi con un'auto affittata e con taxi e autobus. Sono stato in tutte le isole che avevo previsto di
visitare e ho visto città affascinanti e spiagge bellissime. Ho mangiato spesso bene e solo qualche volta
c'è stato da recriminare: una buona media.
Quanto al carattere dei greci, ci sarebbe molto da dire. In inglese si direbbe che your experience may vary, ovvero
che ovviamente dipende da chi si incontra. Sicuramente i greci sono meno empatici dei popoli latini, anche se più
di quelli germanici. Nessuno ha un carattere semplice, ma sono tutti ben strutturati e con notevole complessità di
pensiero, per cui non sai mai come si comporteranno.
Personalmente mi sono trovato più a mio agio nei due viaggi precedenti, il
primo nel Peloponneso, ad Atene e a Delfi, il
secondo nelle isole ioniche. Diciamo che nella Grecia occidentale si percepisce sicuramente
una minore distanza culturale con gli italiani, mentre ad est di Atene è tutto molto diverso. Intendiamoci, non è che
siano scortesi o disonesti (anzi, di sicuro più onesti della media degli italiani), ma si avverte una distanza maggiore.
C'è poi da tenere presente anche l'effetto viaggiatore solitario. Ho notato che più la cultura del luogo è
antica e ancestrale, maggiore è la diffidenza, persino l'astio, nei confronti di chi viaggia da solo.
Comunque queste sono solo spigolature. il viaggio è stato molto bello e me lo sono goduto appieno, reagendo con calma
e spero razionalità ai piccoli problemi intervenuti.
La Grecia è una bellissima destinazione per le vacanze, specie per le bellezze naturali, e la consiglio a tutti.
Per trovare un mare altrettanto bello si deve per forza uscire dal Mediterraneo. Tuttavia, essendoci già stato tre volte,
credo che nei prossimi anni proverò nuovi paesi mai visitati.