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Valencia 2023

Questa pagina contiene una breve descrizione del mio viaggio a Valencia fatto a marzo 2023

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Nel 2013, durante il lungo viaggio attraverso Spagna e Portogallo, mi fermai due notti a València durante la tratta di andata ed altre due durante il ritorno. Ebbi così occasione di visitare le più importanti attrazioni della città, tra cui la Città delle Arti e delle Scienze, che comprende l'Oceanografic, che è il più grande aquario esistente in Europa. Visitai anche la cattedrale, salendo anche sulla torre del Micalet, le principali piazze della città ed una spiaggia nella zona dell'Albufera.
In quella occasione venni a sapere della grande festa che si svolge nella città ogni anno e che culmina nel periodo dal 15 al 19 marzo. È la festa delle Fallas (o Les Falles, in lingua valenciana), una festa tradizionale che fa parte della lista UNESCO come Patrimonio Culturale Intangibile dell'Umanità.
La cosa funziona più o meno così: in ogni falla (più o meno l'equivalente del nostro rione, una zona poco estesa della città) ci sono dei comitati di falleros che progettano per tutto un anno enormi figure di legno e cartapesta, simili ai carri del carnevale ed a tema generalmente umoristico e satirico. In parallelo in ogni falla anche i bambini fanno lo stesso, progettando e costruendo delle figure più piccole. Le figure, che prendono anche loro il termine di falla, arrivano all'altezza di un palazzo, mentre quelle dei bambini (falles infantils) raggiungono al massimo 2 o 3 metri di altezza.
La notte tra il 15 ed il 16 marzo è la notte della plantà, in cui in tutta la città decine di migliaia di persone, aiutate anche da gru ed altri mezzi, montano le varie fallas in molte piazze della città ed anche in varie cittadine della provincia. Si stima che ogni anno vengano montate circa 750 fallas. Si procede quindi a scegliere le due fallas migliori (una degli adulti e una dei bambini), che ricevono dei premi.
Alle ore 14 del giorno 16 c'è la prima mascletà, un incredibile spettacolo di fuochi pirotecnici diurni, nella piazza del Municipio (Ajuntament), che si ripeterà ogni giorno seguente, fino al 19 marzo.
Nel pomeriggio sfilano qui tutte le falles infantils. Ogni gruppo comprende uno stendardo, molte persone in costume tradizionale, bambini inclusi, e una banda o un gruppo musicale. La sfilata è davvero affascinante, comprende in tutto circa 80 mila persone (un decimo degli abitanti!) e dura circa quattro ore. Essendo dedicata ai bambini, sono loro i protagonisti ed i loro genitori o parenti hanno più che altro un ruolo da accompagnatori.
La mattina del 17 marzo la parata viene ripetuta, solo che questa volta sfilano le fallas degli adulti e quindi ci sono molti meno bambini nel corteo. Molte persone si assiepano lungo la sfilata e quando vedono le persone del loro rione le salutano ("guapo! guapa!").
In entrambe le sfilate, chi non sfila guarda, per cui praticamente tutta la città è in piazza, oltre ai tanti turisti venuti qui da ogni parte del mondo. La ressa è quindi formidabile, tutto il centro storico è pedonalizzato e ci si muove solo a piedi...
Poi nel pomeriggio inizia anche la Ofrenda, una sfilata in Plaça Mare de Deu, chiamata anche colloquialmente Plaza de la Virgen. Tutti i rioni offrono dei fiori ad una statua piramidale in legno della Madonna, alta circa 10 metri. Man mano i fiori vengono aggiunti alla statua, fino a formare un manto decorato.
Il 18 marzo la Ofrenda continua e poi termina, mentre la sera del 19, a partire dalle 20.30, ha inizio la Cremà, ovvero l'incendio e la distruzione di ogni falla. La prima ad essere bruciata è la falla infantil che ha ricevuto il primo premio ed a far partire l'incendio sono proprio i bambini che l'hanno costruita, tra qualche lacrimuccia.
Subito dopo vengono bruciate tutte le falles infantils, mentre alle ore 22 si procede alla distruzione di tutte le fallas degli adulti. Ogni distruzione è preceduta da uno spettacolo locale di fuochi pirotecnici, che sono particolarmente lunghi e spettacolari per l'ultima falla che viene bruciata, alle 23.30, quella della piazza del Municipio.
Che dire quindi di questa festa? In fondo possiamo considerarla un po' un misto di Carnevale di Rio (per le fallas e l'atmosfera festaiola che pervade la città), di Palio di Siena (per la concorrenza tra i rioni per affermarsi come migliore falla), di festa religiosa (per la Ofrenda alla Madonna), di festival culturale (per le sfilate in accuratissimi costumi tradizionali), di notte di San Giovanni (per i fuochi che alla fine distruggono tutto) e di periodo di Capodanno (per i petardi che scuotono la città ad ogni ora del giorno e della notte). Insomma, una miscela originale che fa delle Fallas uno degli eventi più originali a cui io abbia mai assistito.
Possiamo anche dire che le fallas sono anche un po' una metafora della vita. Costruiamo con dedizione cose anche molto belle, ma tutto è comunque destinato a finire in cenere. Una fine che è però anche un rinnovamento, perché il giorno dopo la notte della Cremà, inizia il nuovo anno fallero e in ogni rione si pensa già a cosa costruire per le Fallas successive.

Giorno 1

Mi sveglio abbastanza presto, prendo le valigie e lascio il mio appartamento di Roma. Prendo un autobus per poche fermate, quindi la metropolitana e arrivo alla Stazione Tiburtina. Per mia scelta, ho infatti deciso di evitare la Stazione Termini, zona ultimamente piuttosto degradata e con controlli insufficienti (due accoltellamenti di persone in poche settimane).
Da qui ho preso un treno regionale diretto all'Aeroporto Leonardo da Vinci, nel comune di Fiumicino. Arrivato, ho subito fatto la fila al check-in della Vueling, trovando anche una numerosa scolaresca spagnola che tornava a casa dopo aver visitato Roma.
Ho fatto poi i controlli di sicurezza e lì sono stato "scelto a campione" per il controllo antiesplosivo: un cerotto strisciato lungo le mani viene inserito in un macchinario in grado di rilevare tracce anche minime di sostanze esplodenti. Siccome ultimamente succede spesso che mi considerino sospetto, sto pensando seriamente di cambiare un po' il mio aspetto: devo tagliare i baffi? Oppure avere i capelli molto corti? O avere abiti più eleganti (che non uso solo per mia pigrizia)? O magari smetterla di viaggiare da solo come un disperato?
In ogni caso ci vuole solo un minuto ed arrivo vicino al tunnel di accesso all'aereo. Qui nuova attesa e alla fine entro nell'aereo, che decolla con 25 minuti di ritardo. Il cielo è sereno e sono contento di poter vedere dall'alto molti dettagli della Sardegna e poi delle isole di Minorca e Maiorca, visitate nel 2019.
L'atterraggio avviene con solo 15 minuti di ritardo, anche se forse in modo un po' strano. Si noti che non sono un esperto di aerei e che non viaggio in aereo da 4 anni, ma l'Airbus 320 ha fatto un lungo giro nell'entroterra, mentre si sentiva il forte rumore di un motore elettrico che attivava qualcosa, rumore ripetuto per almeno 5 minuti di seguito. Poi i flap si sono aperti (ero proprio sull'ala e quindi l'ho visto molto chiaramente) e l'aereo è atterrato, scendendo a volte piuttosto bruscamente, tipo montagne russe. Insomma, il sospetto che mi viene è che questo aereo, dall'apparenza vecchia e con la vernice tutta scolorita, abbia avuto problemi nell'aprire i flap o magari il carrello, poi però per fortuna risolti. Ma, ripeto, sono solo mie ipotesi.
L'aereo non ha raggiunto i tunnel, ma è rimasto fermo nel punto di atterraggio, per cui noi passeggeri siamo scesi con la scaletta ed abbiamo raggiunto lo scalo con un bus venuto a prenderci (altra cosa forse un po' strana e che rafforza i miei sospetti).
L'attesa bagagli è stata breve e la mia valigia è stata tra le prime ad apparire sul nastro. Ho preso poi la linea 5 della metropolitana di València e sono uscito alla stazione Xàtiva. Finalmente a València!
Carrer de Xàtiva (si pronuncia Sciatìva, nonostante l'accento iniziale) è un viale molto ampio e pieno di gente, un anticipo della ressa che mi aspettava. Ho usato Google Maps per localizzare la via dell'appartamento che avevo affittato, distante non più di 200 metri, e l'ho raggiunto.
Avevo scelto questa zona, Carrer del Convent de Jerusalem, perché a poche centinaia di metri dal centro storico e perché affittare un appartamento permetteva di risparmiare qualcosa rispetto ai prezzi stellari degli alberghi, moltiplicati per 3 o per 4 rispetto alla media del periodo (potevo permettermelo, ma mi sembrava davvero di buttare i soldi). Consiglio: se volete andare alle Fallas, prenotate molti mesi prima.
Quello che non sapevo è che questa zona è un pratica una piccola Chinatown. L'appartamento poi non si è rivelato tale, ma era una stanza delle 5 presenti, cosa che inizialmente mi ha lasciato perplesso. Però: stanza di 50 metri quadri con due finestre e un balcone, bagno privato, pulizia estrema, mobili moderni, letto comodo, chiusura con serratura da esterno, condizionatore caldo/freddo, cucina completa di piano ad induzione, forno a microonde, frigo (pieno di bibite), macchina del caffè (con capsule), lavatrice e lavastoviglie. Insomma, trattamento da hotel 4 stelle, per cui non posso che fare i complimenti al cinese settantenne che mi ha accolto, parlando un po' in inglese e un po' in spagnolo.
Ho dormito un paio d'ore, poi sono uscito per la città, scoprendo subito che la falla infantil che avevo vicino casa era quella che aveva vinto il primo premio quest'anno! C'erano delle ragazze in costume tradizionale, sicuramente le autrici della falla, che venivano intervistate dalla tv pubblica locale, con molte persone ad osservare. C'era a poca distanza anche la falla grande del rione, che era a tema western, con cowboys, cavalli, diligenze e nativi americani.
Ho poi proseguito fino a piazza Ajuntament, cercando un posto dove cenare. Ne ho trovato uno un po' oltre la piazza ed ho assaggiato qui la mia prima autentica paella valenciana, riso in padella con verdure e carne di pollo e coniglio.
A mezzanotte mi sono avvicinato di nuovo alla piazza, piena al punto da non poter camminare più, e quando l'orologio del municipio ha segnato la mezzanotte sono iniziati i fuochi artificiali che hanno aperto ufficialmente Les Falles del 2023.
Sono quindi tornato nel mio appartamento per dormire, ossservando lungo la strada la costruzione di varie fallas. A quanto pare molte sono costruite quasi completamente già prima della plantà, notte in cui sono solo completate.
Dormire, nel pomeriggio ma anche nella notte, non è stato facile, perché spesso si sentivano esplodere dei pedardi, alcuni dei quali davvero molto forti.

Giorno 2

Mi sono alzato non molto presto, sono uscito ed ho fatto colazione in una bella caffetteria, dove al mio "buenos dias" mi hanno pregato di dire "bon dia", in valenciano.
Ho quindi fatto una lunga passeggiata nel centro, osservando numerose fallas. Ho poi pranzato e sono tornato verso il municipio, per assistere alla prima Mascletà, lo spettacolo di fuochi pirotecnici diurni che avviene qui ogni giorno alle ore 14, dal 16 al 19 marzo. È stato davvero molto spettacolare e la calca era enorme, tanto che ad un certo punto ho potuto solo fermarmi e guardare.
Sono poi tornato a casa per un po', per tornare al municipio dopo le ore 16, per l'inizio della sfilata delle Falles Infantils. Ogni rione sfila con il suo stendardo, la sua banda e decine di persone in costume tradizionale. Essendo dedicata ai gruppi di ragazzi, la sfilata era piena di bambini di ogni età ed anche quelli molto piccoli erano in costume tradizionale.
Ho seguito l'evento per due ore e mezza, facendo molti video e molte foto, poi mi sono spostato su una panchina, stanco per tutto quel periodo in piedi. La sfilata è durata in tutto quattro ore!
Ho poi cenato e sono tornato nella mia casetta valenciana.

Giorno 3

Dopo la colazione nella solita caffetteria ho raggiunto la piazza centrale, dove alle 10 è iniziata una nuova sfilata, questa volta delle fallas degli adulti. Nuove foto e nuovi video quindi, per i bellissimi costumi tradizionali. Decine di migliaia di persone sfilano e tutta la città è in strada.
Ho seguito la sfilata per circa un'ora, poi mi sono spostato verso nord, trovando per puro caso la chiesa di Santa Catalina Màrtir, che ho anche visitato all'interno.
Proseguendo ho raggiunto poi Plaça de la Reina, un'ampia piazza dove ho trovato uno spettacolo di tamburi e tanta gente seduta ai caffè, con sullo sfondo la cattedrale e la Torre del Micalet (entrambi già visitati nel 2013).
È bastato poco da lì per arrivare nella Plaça de la Mare de Deu, dove era stata eretta una statua piramidale in legno, con sulla cima il volto della Madonna. Naturalmente durante tutto il percorso ogni tanto si incontrava un gruppo di falleros e le ragazze incontrate qui avevano scelto una musica meno tradizionale e più ritmata, scatenando tutti gli astanti.
Ho pranzato qui vicino, aspettando l'inizio pomeridiano della Ofrenda, dove le varie fallas offrono fiori alla Madonna, che vengono via via aggiunti alla struttura in legno, fino a formare un manto decorato.
Ho seguito un po' l'evento e poi ho proseguito sempre verso nord, fino a raggiungere le Torri di Serranos ed un ponte sul fiume Túria, che però non c'è. Proprio così: il fiume scorreva nel centro della città, ma esondava spesso, allagando la città. Così alcuni decenni fa il corso del fiume è stato spostato, in modo da farlo scorrere subito a sud della città. Quello che era il letto del fiume è così diventato un giardino lungo 9 km che è in pratica il parco principale della città. Ed è lungo questo parco che è stata costruita la Città delle Arti e delle Scienze, anche questa già da me visitata nel 2013.
Sono sceso nel giardino e mi sono riposato un po', poi ho ripreso il cammino e sono tornato nella piazza della Ofrenda, dove già il manto floreale della Vergine iniziava a prendere forma.
Poi, pian piano e senza fretta, sono tornato nel mio appartamento.

Giorno 4

In tarda mattinata ho raggiunto, sempre a piedi, il Mercato Centrale. Costruito in un grande edificio storico con zone decorate, è molto grande e vivace. Grande diponibilità di prosciutto, ovviamente, e ne avrei anche comprato uno, se non fosse per la difficoltà di trasportarlo in aereo.
Ho pranzato qui all'interno, prima con una classica tortilla de patata e poi prendendo in un altro stand un bocadillo (grande panino) con prosciutto e formaggio. Lo street food può essere molto piacevole a València.
Poi ho usato per la prima volta gli autobus cittadini, molti dei quali con motore ibrido, per raggiungere il Museu de Belles Arts de València, che è la seconda più grande pinacoteca di tutta la Spagna. Ed è, incredibilmente, ad ingresso gratuito! Come scoprirò anche i giorni seguenti, praticamente tutti i musei di València non hanno biglietto di ingresso, sono gratuiti.
Il museo ospita molta pittura valenciana e spagnola, dal XV al XIX secolo, ed è stato davvero molto interessante da visitare. In un'ala separata era ospitata una mostra temporanea dei Caprichos de Goya, una serie di piccoli disegni a carboncino fatti da Francisco Goya. Molti dei disegni sono a tema satirico ed è incredibile come lo stile di alcuni richiami i manga giapponesi o gli attuali fumetti.
Finita la visita, ho passeggiato lungo il Giardino del Túria fino alla fermata Alameda della metropolitana. Da lì ho raggiunto Xàtiva e quindi la mia bella abitazione valenciana.

Giorno 5

Verso le 10.30 ho raggiunto di nuovo la zona del Mercato Centrale, questa volta per visitare la Lonja de la Seda, che ieri era chiusa. Questo sito fa parte della lista UNESCO come Patrimonio dell'Umanità ed è visitabile gratuitamente.
È anche chiamata Lonja de los Mercaderes o, in valenciano, Llotja de la Seda e Llotja dels Mercaders. Insomma è la Loggia della seta, la sede dove i mercanti di olio e seta effettuavano le loro contrattazioni, come nelle moderne borse valori.
Sono entrato attraverso il Giardino degli Aranci nel Padiglione del Consolato, dove stavano proiettando su una parete un documentario sulla Lonja. Sono poi entrato nella maestosa Sala delle Colonne, dove colonne di marmo a spirale svettano fino al soffitto a 16 metri di altezza. È qui che si svolgevano le contrattazioni tra i mercanti.
Tornando poi nel giardino, sono salito al piano superiore del Padiglione, dove si trova la Camera d'Oro, con un soffitto in legno policromo decorato. Anche qui su una parete si proiettava un documentario, a cui ho assistito.
Ho poi visitato brevemente la vicina chiesa di Sant Joan del Mercat ed ho passeggiato un po' a caso, incontrando spesso cortei di fallas, ognuno con il suo stile musicale.
Così quasi per caso mi sono trovato sotto le Torri di Serranos e sono salito a visitarle, ovviamente con ingresso gratuito. La giornata era piena di sole ed è stato molto bello vedere il panorama di València dall'alto di una torre.
Ho poi pranzato in un ristorante che non sapevo fosse italiano, prima di arrivarci. È stato uno dei due pasti in cui ho speso di più, ma ne è valsa la pena, perché è stato davvero un bel pranzo.
Ho poi continuato a passeggiare, fermandomi in varie piazze e gustandomi semplicemente l'atmosfera di festa della città. Verso sera sono tornato vicino casa, per assistere all'inizio della Cremà, ovvero la distruzione con il fuoco di tutte le fallas.
La prima ad essere bruciata, alle 20:30, è la falla infantil vincitrice del primo premio e quindi si trattava proprio di quella sotto casa mia. Per prima cosa l'illuminazione della falla è stata spenta, poi sono iniziati dei fuochi artificiali proprio sopra le nostre teste ed infine i ragazzi autori della falla hanno acceso la miccia che ha fatto esplodere dei petardi sistemati nella falla, che le hanno dato fuoco. Il tutto alla presenza di molte persone, della televisione e di un drone che riprendeva dall'alto.
Sono rimasto in zona, salendo anche brevemente in casa, per assistere poi alle 22 all'incendio della grande falla del rione, che si trovava al centro di una piazzetta, a poca distanza dalla falla infantil. Il procedimento è stato lo stesso, con spegnimento delle luci e poi fuochi artificiali, questa volta molto più lunghi. Subito dopo i pompieri hanno bagnato con gli idranti le facciate dei palazzi vicini e la falla è stata incendiata. Uno dei cavalli ha resistito a lungo al fuoco ed è stato l'ultimo a cadere.
Non rimaneva ora che andare a piazza Ajuntament, dove alle 23.30 viene bruciata la falla posta davanti al municipio. La calca era tale che non sono riuscito ad entrare nella piazza, rimanendo in uno dei larghi viali di accesso, con visuale comunque ottima.
Alle 23 circa sono partiti dei lunghissimi e spettacolari fuochi artificiali e alla fine anche l'ultima falla è stata incendiata. La gente ha applaudito a lungo questo evento, che ha segnato la fine delle Fallas 2023.
Sono quindi tornato a casa, non molto lontana da qui.

Giorno 6

Durante la notte avevo sentito come un leggero rombo che pervadeva la città. Al mattino ho capito di cosa si trattava: erano i mezzi della nettezza urbana che ripulivano e lavavano le strade. È stato impressionante vedere come non ci fosse ora più alcuna traccia delle fallas e del passaggio di decine di migliaia di persone.
Visto che ormai molti autobus passavano di nuovo, a festa finita, ne ho preso uno per tornare in Plaça Mare de Deu e fare foto alla statua della Vergine con il manto di fiori ormai completo. C'erano anche centinaia di bouquet e vasi portati come offerta, che occupavano una bella porzione della piazza.
Per il resto, ho girato un po', ho comprato qualche banale ricordino, ho fatto qualche foto e mi sono preparato alla partenza.

Giorno 7

È arrivato il momento di lasciare València. Seguendo le istruzioni ricevute all'arrivo, ho lasciato le chiavi nel tavolo al centro della stanza e sono uscito con la valigia.
Ho mangiato qualcosa in una tavola calda nei pressi del municipio e poi, con un'ultima foto alla via, ho imboccato la stazione della metropolitana di Xàtiva ed ho preso la linea 5, diretta all'aeroporto. A proposito, a València ci sono 9 linee della metropolitana, di cui molte sono però delle diramazioni di altre. Al netto delle diramazioni, utilissime, saranno comunque almeno 4 o 5 linee, che non è male, per una città grande come Torino.
Solita fila al check-in, con nuova scolaresca spagnola, questa volta diretta a Roma, soliti controlli di sicurezza (dove solo a me hanno fatto la strisciata sulle mani ed hanno chiesto di scompattare il bagaglio a mano...) e infine attesa per l'imbarco.
Questa volta il volo è partito in perfetto orario, l'aereo sembrava nuovo di zecca e all'arrivo non c'è stato nessuno strano rumore. Tutto perfetto quindi, ma meno panorama, perché abbiamo sorvolato quasi tutto il tempo uno strato di nubi. Solo all'arrivo era di nuovo sereno ed ho quindi potuto vedere chiaramente le cittadine della costa a nord di Roma.
Una volta atterrato, l'attesa valigie è stata più lunga del previsto, forse 40 minuti, dopo di che ho preso il solito treno regionale, modernissimo e silenzioso, fino alla Stazione Tiburtina, dove una mia nipote è passata a prendermi per accompagnami a casa.

 
Vinicio Coletti