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Germania, Danimarca e Praga 2022

Questa pagina contiene una breve descrizione del mio viaggio in Alto Adige, Germania,
Praga, Danimarca e Svezia, fatto a giugno 2022

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Dopo un anno, il 2020, trascorso solo nel paesino degli Appennini, a causa della crisi Covid, e un 2021 che ha compreso anche un paio di settimane al mare in Campania, nel 2022 sono tornato ai miei amati viaggi itineranti in automobile, con un percorso quasi tutto nord-sud, che mi avrebbe portato da Roma alla punta settentrionale della Danimarca, con alcune interessanti deviazioni.

Giorno 1

Sono partito da Roma e, dopo varie soste lungo l'autostrada, sono arrivato a metà pomeriggio in Alto Adige, a poca distanza dal confine con l'Austria, nella città di Bressanone - Brixen. Dopo essermi sistemato nell'hotel sono subito uscito a piedi ed ho visitato la piazza principale della città, dove svettano il duomo e un'altra chiesa quasi altrettanto interessante. Molto bella l'atmosfera particolarmente placida e rilassata di questa cittadina, nonché la gentilezza dei suoi abitanti.
Poco dopo ho visitato lo Hofburg, ovvero il palazzo vescovile, che ospita un ampio e interessante museo, pieno di quadri, sculture e ornamenti sacri, tutti relativi alla cultura locale. È così che ho scoperto molti pittori altoatesini davvero interesssanti e di cui ignoravo l'esistenza. Nel cortile interno si preparavano per un concerto serale di musica classica.
La serata è stata degnamente conclusa in un bel ristorantino sotto i portici del centro, con canederli e strudel preparato al momento.

Giorno 2

Mi sono svegliato abbastanza presto e sono partito per l'Austria, comprando lungo la strada la tipica vignette, il tagliando con cui si paga il pedaggio per tutte le autostrade austriache, per dieci giorni (il minimo). Non costa molto, ma non comprende la tratta Brennero - Innsbruck, che si paga a parte.
Avevo letto su internet che in Austria la benzina costava un po' meno, ma al primo distributore austriaco c'è stata l'amara sorpresa: costava in realtà molto più che in Italia! Così ne ho messa poca. In Austria non mi sono mai fermato ed ho proseguito lungo l'autostrada fino ad entrare in Germania. Qui ho fatto il pieno ed ho raggiunto Monaco di Baviera, parcheggiando in pieno centro storico (luogo trovato preventivamente su Google Maps...), proprio a un passo dall'ingresso del Museo della Residenz.
Ero già stato altre due volte a Monaco (la seconda in realtà solo di passaggio), ma per problemi vari non ero mai riuscito a visitare il museo principale di questa città, ovvero proprio la Residenz. Così ora sono entrato ed ho visitato questa splendida residenza nobiliare, dove hanno vissuto i nobili che per secoli hanno governato la Baviera, fino alla tarda unificazione della Germania nel XIX secolo.
All'interno del Residenz Museum c'è anche una zona separata, la Camera del Tesoro, che contiene i gioielli reali e anche cose come l'argenteria di corte e le porcellane. Ho completato la visita uscendo dal museo ed entrando nel vicino Teatro Cuvilliés, che è un bellissimo teatro all'italiana, progettato dall'architetto francese François de Cuvillés, su commissione di Maximilian III di Baviera, nel XVIII secolo.
Finita la visita ho mangiato in un vicino ristorante tipico, con vista sulla piazza dell'Opera. Ricordo che ci avevo mangiato anche 7 anni fa, con le cameriere anziane in costume tipico e prezzi assolutamente accettabili, visto anche che siamo in pieno centro. Dopo una breve passeggiata, sono sceso nel parcheggio e sono ripartito lungo le autostrade tedesche (tutte gratuite), in direzione di Lipsia, al secolo Leipzig.
Una cosa va detta: guidare lungo le autostrade tedesche è abbastanza stressante, innanzitutto perché fanno giustamente molta manutenzione, il che porta a trovare praticamente sempre una tratta con lavori stradali e quindi rallentamenti o anche code. Poi, come si sa, ci sono tratte senza limite di velocità, sicuramente divertenti (prima di Monaco sono stato superato a 160 da una Ferrari che è volata via a non so che velocità...), ma spesso e volentieri i limiti ci sono eccome e variano anche rapidamente, per cui bisogna fare estrema attenzione ai cartelli. Insomma, tra code, rallentamenti, tratti alla velocità della luce e altri dove si rallenta bruscamente, guidare è qui una pratica decisamente stancante. Di sicuro, non ci si annoia.
Poi, andando verso Leipzig, ho trovato forse 200 km senza nessuna area di servizio, tanto che ho temuto di rimanere senza carburante... Alla fine ne è arrivata una molto grande, dove ho fatto il pieno ed ho anche cenato, essendo già sera.
Verso le 20 sono arrivato a Leipzig e qui, forse per la stanchezza, ci ho messo un po' a localizzare l'hotel, che aveva segnali ben evidenti a grande distanza, ma mascherati da una piazzetta alberata quando si passava davanti. Finalmente alla meta, ho parcheggiato l'auto dentro l'hotel e sono andato a riposare.

Giorno 3

Il terzo giorno sono rimasto fermo a Leipzig, usando tutto il tempo per visitare questa interessante città. Ho raggiunto la piazza principale ed ho cercato di visitare il museo cittadino, ma purtroppo era il giorno di chiusura settimanale. Nella piazza stavano smontando il palco di un festival appena concluso, dedicato alle musiche di Bach, che visse in questa città gli ultimi decenni della sua vita.
Mi sono diretto poi verso la Thomaskirche, dove pagando un economico biglietto, sono riuscito ad entrare mentre era in corso un concerto, con coro, di musiche di Bach. Ho visto il concerto, applaudito il coro, e poi ho scattato foto alla chiesa e alla tomba di Johann Sebastian Bach, che si trova proprio dietro l'altare, nell'abside della chiesa.
Ho proseguito poi per la Nikolaikirche, un'altra chiesa molto bella, ed ho poi cercato un posto dove mangiare. Piccolo suggerimento: il lunedì in Germania è quasi meglio rimanere a casa, visto che non solo tutti i musei, ma anche gran parte dei ristoranti più interessanti sono chiusi. Saltato quindi il ristorante che avevo scelto, citato addirittura nelle opere di Goethe, ne ho comunque trovato alla fine uno di qualità, dove ho pranzato.
Nel pomeriggio, con una leggera pioggerellina che a volte cadeva, sono arrivato nella Augustusplatz e qui, tornato il sereno, ho ammirato la grande piazza, la bella fontana, il maestoso palazzo dell'Opera, la chiesa in stile moderno della vicina università, la moderna Gewandhaus (una sala concerti) ed il grattacielo City-Hochhaus, il più alto di Lipsia e ospitante la sede centrale della rete MDR (Mitteldeutscher Rundfunk).
Visto che pagando il biglietto si poteva salire sulla cima del grattacielo, ho preso l'ascensore ed ho ammirato dalla terrazza il panorama di tutta la città e delle zone circostanti, completamente pianeggianti.
Poi pian piano mi sono diretto verso l'hotel, ho chiacchierato un po' in un parco con una informatica di Francoforte (tu guarda la combinazione), ho riposato in hotel e poi sono uscito per cenare non molto lontano, anche se questa volta la scelta del posto è stata meno felice che a pranzo.

Giorno 4

Al mattino ho lasciato Lipsia e con un breve viaggio verso sudest sono arrivato a Dresda. Visto che potevo entrare in hotel solo dalle ore 15, ho parcheggiato nel centro storico e sono andato subito a visitare il cosiddetto Zwinger, un edificio che contiene i più bei musei di Dresden. In effetti è tutto molto interessante, soprattutto la pinacoteca, la Gemäldegalerie Alte Meister, piena di dipinti soprattutto fiamminghi, olandesi e italiani. Assolutamente da non perdere, come anche il semplice passeggiare tra i tanti bei palazzi e monumenti, che hanno fatto sì che la città sia chiamata "la Firenze dell'Elba", dal nome del fiume che la attraversa.
Poi sono andato a pranzo in un bel ristorante storico, dove si scende in locali che hanno visto un bel po' di storia, con camerieri in costume, fintamente burberi ma in realtà simpatici, carne ottima e birra ancora migliore.
Dopo pranzo ho visitato nei pressi la Frauenkirche, dagli esterni sontuosi e interni semplici. D'altra parte questa chiesa ha una storia particolare: completamente distrutta dalle bombe della seconda guerra mondiale, come tutta Dresden, fu lasciata così com'era per decenni, come monito e ricordo degli eventi bellici. Dopo la riunificazione della Germania, fu infine ricostruita, solo nei primi anni duemila.
Ho poi ripreso l'automobile e sono andato in hotel, dove ho riposato qualche ora. Verso sera sono tornato a piedi nel centro storico ed ho passeggiato nella grandissima piazza del Markt, su cui si affaccia l'abside della Frauenkirche e dove sono presenti varie statue, tra cui quella di Martin Lutero. Ho cenato qui in un ristorante all'aperto sulla piazza, tra mille emozioni.
Infine una nuova passeggiata per tornare in hotel e dormire.

Giorno 5

All'inizio avevo pensato di includere anche Praga nel percorso, poi avevo cambiato idea. Alla fine ho fatto una cosa un po' strana, ma che comunque è stata divertente: visitare le più importanti attrazioni di Praga in giornata, partendo da Dresda...
Così sono partito abbastanza presto al mattino, sono entrato nella Repubblica Ceca e alla prima area di servizio ho acquistato la vignette autostradale (è interessante che pagando in corone ceche mi è costata circa 12 euro, mentre se avessi pagato direttamente in euro, come mi era stato proposto, sarebbe costata 19 euro). Sono poi entrato nella città di Praha attraverso un lunghissimo tunnel e mi sono recato nel parcheggio custodito che avevo prenotato la sera prima su internet. Da lì ho preso un tram, dove ho chiacchierato con un italiano incontrato per caso e una donna ceca che conosceva un po' di spagnolo. Cosa interessante, i biglietti qui possono essere virtuali, acquistati semplicemente appoggiando la propria carta di credito su una piastrina. Poi un altro tram, solo due fermate, e sono arrivato nella zona del Castello, il luogo più importante da visitare in città.
All'ingresso del Castello ci sono dei checkpoint ed a me hanno chiesto di aprire lo zaino che portavo, pieno di aggeggi fotografici e una bottiglietta d'acqua. A proposito: questa è stata una giornata molto calda, da far invidia a Roma in agosto.
Una volta nel Castello, ho fatto il biglietto ed ho visitato innanzitutto la Cattedrale di S. Vito, dalle bellissime guglie gotiche, visibili in tutta la città, dato che il Castello sorge su un'altura che domina Praga.
Anche l'interno della cattedrale è molto bello e quindi ho fatto un buon numero di fotografie. Poi sono andato a visitare la Basilica di San Giorgio, molto antica e affascinante. Subito dopo sono entrato nel Palazzo Reale, interessante ma non molto ampio e piuttosto spoglio. Qui più dei cimeli contava l'atmosfera medioevale che pervadeva gli ambienti.
Sono poi arrivato al Vicolo d'Oro, una serie di case dai bassi ingressi, in cui vissero artigiani ed artisti. Pensate che persino Frank Kafka in un periodo visse qui. Molto bello e affascinante ma, come da noi è accaduto ai Trulli di Alberobello, le casette sono oggi quasi tutte trasformate in negozi di souvenir. Essendo notoriamente distratto, sono riuscito a dare una testata su uno degli ingressi ed ho poi chiesto del ghiaccio al bar del vicolo... :) Comunque, nessun problema.
Ho proseguito poi verso l'uscita del Castello, in discesa, ho ammirato da qui il panorama su tutta la città e sono tornato in centro con una lunga passeggiata a piedi. Ho poi attraversato il Ponte Carlo, il lunghissimo ponte pedonale che attraversa il fiume Moldava, ornato di statue e da cui c'è anche una vista meravigliosa sulla zona del Castello.
Al di là del ponte mi aspettava la zona più centrale di Praga. Sono arrivato alla piazza principale e osservato il bellissimo orologio astronomico, dopo un caffè ed un tipico dolce praghese. Ancora qualche passeggiata per il centro ed ho poi usato la metropolitana per tornare al parcheggio, riprendere l'auto e ripartire verso la Germania. Sicuramente Praga merita una visita più lunga e non è escluso che un giorno io decida di tornarvi.
Lungo il percorso, ho fatto il pieno in Repubblica Ceca, al prezzo più basso trovato in questo viaggio. Una volta ritornato a Dresden, sono andato a visitare la Grunes Gewölbe, ovvero la Volta Verde, una sontuosa collezione di gioielli reali. Terminata la visita, mi sono riposato dalle fatiche di questa giornata molto intensa, con birra e cena in una vicina birreria. Questa è stata la seconda e ultima sera a Dresda, una bella città in cui mi sono trovato molto bene, grazie soprattutto alla cortesia dei suoi abitanti.

Giorno 6

Al mattino ho lasciato Dresda diretto a Berlino, con l'intenzione però di fermarmi a visitare lungo la strada un paio di cittadine interessanti, entrambe non molto distanti da Dresden.
Sono quindi arrivato nel centro storico di Meissen, dove ho ammirato le belle piazze e il gigantesco duomo, per poi recarmi nel vicino Museo della Porcellana. È dal '700 che vengono qui prodotte delle bellissime porcellane ed il museo è ampio, moderno e molto interessante. I pezzi esposti arrivano a prezzi anche di decine di migliaia di euro, ma sono riuscito a comprare un souvenir non troppo costoso ma pur sempre molto bello. Dopo la visita ho partecipato ad un tour guidato in cui vari artigiani hanno mostrato le varie fasi della produzione delle porcellane, dalla ideazione alle decorazioni finali.
Lasciata Meißen, sono arrivato alla non lontana Moritzburg, dove per prima cosa ho cercato un posto dove pranzare, trovano una gasthaus con un bel giardino, dove un gruppo di persone molto anziane si apprestava a partecipare a non so quale convegno. Dopo il pranzo sono andato a visitare la principale attrazione della cittadina, il castello di Moritzburg, una residenza nobiliare estiva e di caccia, situata al centro di un lago. Solo una strada su un lato collega il castello alla terraferma e la visita è stata affascinante e interessante.
Dopo il castello, ho lasciato la zona ed ho preso l'autostrada per Berlino, che ho raggiunto in circa due ore. L'albergo era molto centrale, non lontano da Alexanderplatz, e una volta arrivato ho riposato nella mia stanza, per uscire solo di sera per una cena nei pressi.

Giorno 7

Sono uscito al mattino dal mio albergo di Berlino ed ho raggiunto a piedi con una lunga passeggiata l'isola dei musei, che è in effetti una grossa isola al centro del fiume Sprea, i cui rami peraltro non sono molto ampi, avendo più o meno le dimensioni del Tevere a Roma. Qui sono presenti almeno cinque musei ed ho deciso di visitare almeno il più importante, il Pergamon Museum. Il museo è ampio ed offre una ricca collezione di reperti delle civiltà più antiche, come quelle di sumeri, babilonesi, persiani, egiziani e anche greci e romani. La visita è stata resa più piacevole dalla compagnia di persone conosciute lì per caso.
Dopo il museo, sono arrivato in metropolitana alla Porta di Brandeburgo, che è un po' il simbolo della città e che costituiva un tempo il confine tra Berlino Est e Berlino Ovest, durante il periodo della guerra fredda. Ed è qui che si svolsero i festeggiamenti più grandi alla caduta del Muro, nel 1989.
Dopo aver attraversato la Porta, sono arrivato nei pressi del Reichstag, edificio storico del parlamento ed oggi sede del Bundestag, il parlamento federale tedesco. L'intenzione era quella di visitarlo, ma c'era una lunga fila alla biglietteria e così ho pranzato nei pressi. Dopo pranzo ho fatto il biglietto per il primo orario disponibile, il mattino seguente.
Sono poi tornato nella zona di Alexanderplatz ed ho cercato un posto dove cenare. Dopo un paio di tentativi infruttuosi (le persone sole vengono spesso servite tardi e male...), ho cenato in un ristorante messicano, incrociando le dita e trovando invece servizio rapido e cibi deliziosi.
Qualche nota sulla città: Berlino è una città di grandi spazi e strade ampie, anche nel centro storico. Per capirci, è come se tutta Roma fosse come il quartiere dell'Eur, per chi lo conosce. Per la ristorazione c'è una scelta molto ampia, che spazia dal cibo da strada ai ristoranti etnici, dalle tipiche birrerie ai ristoranti raffinati. Hanno poi avuto la bella idea di offrire un biglietto combinato estivo dei trasporti pubblici, valido un mese e che costa solo 9 euro. Io l'ho usato per 3 giorni, ma ne è comunque valsa la pena, considerando che il biglietto singolo costa circa 3 euro e che la rete dei trasporti è fitta e comprende metropolitane, tram e autobus.

Giorno 8

Il mattino del mio terzo ed ultimo giorno a Berlino sono uscito dall'hotel abbastanza presto, ho raggiunto la Porta di Brandeburgo e quindi il Reichstag, per la visita prenotata il giorno prima.
Il palazzo del parlamento ha una storia lunga e complessa. Costruito nel XIX secolo dopo l'unificazione della Germania, passò atttraverso varie trasformazioni, fino ad essere incendiato nel 1933, incendio che fu la scusa utilizzata da Hitler per avere i pieni poteri e liquidare la democrazia tedesca. Fu ricostruito nel dopoguerra e poi completamente ristrutturato dopo la riunificazione tedesca. Sulla cima è stata costruita una grande cupola trasparente, che si può visitare e da dove c'è un bellissimo panorama su tutta la città.
È stato davvero molto bello percorrere la strada a spirale che sale all'interno della cupola, ammirando Berlino in ogni direzione.
Uno volta uscito dal Reichstag sono andato a visitare una mostra all'aperto di auto d'epoca, nel quartiere dello zoo ed ho poi pranzato in un bel ristorante italiano in cui mi sono imbattuto per puro caso.
Sono poi tornato vicino l'hotel, per visitare la Fernsehturm, ovvero la torre della televisione. In Italia, paese montuoso, non ci siamo abituati, ma qui la zona è talmente pianeggiante che per irradiare a grande distanza i segnali tv, occorre costruire una torre. Il biglietto di ingresso non è basso, circa 21 euro, ma il panorama che si ha dall'alto è davvero incredibile. Tutta Berlino è ai nostri piedi e la vista si spinge fino alle città del circondario. Nella torre ci sono anche un bar e un ristorante, quindi volendo si può cenare nel "cielo sopra Berlino", tanto per citare un'opera cinematografica di Wim Wenders.
Una volta tornato a terra non restava che cenare e, dopo aver cercato un po', senza accorgermi che era aperta una birreria chiusa il giorno prima, per stanchezza sono tornato dal messicano. Questa volta, però, non mi hanno trattato molto bene e spero almeno di aver salvato la salute...

Giorno 9

Dopo due giorni senza usare l'auto, questa mattina ho lasciato Berlino ed ho preso l'autostrada diretta a nord. In tarda mattinata sono arrivato nel porto di Rostock, dove il clima era completamente diverso da quello incontrato fino a quel momento, un'alternanza di momenti freschi e giornate torride. Qui invece ho trovato un cielo completamente coperto e una temperatura di circa 15 gradi, con un vento gelido che arrivava dal Mar Baltico. Era arrivato il momento di usare il giubbotto messo in valigia.
Dopo il check-in, molto semplificato, sono entrato a bordo del traghetto con la mia auto e sono subito andato in coperta, nella prua della nave, che è partita in leggero ritardo. Il mare era molto calmo, ma il cielo minacciava pioggia e il vento era gelido, cosa che non impediva allo staff della nave di starsene in coperta in maniche di camicia, cosa che mi ha molto stupito. Abituati al freddo.
Dopo un po' sono sceso all'interno della nave, dove ho pranzato nel ristorante self-service e mi sono seduto ad ammmirare il mare, visibile dietro ampie vetrate. Ogni tanto pioveva e qualche danese sorrideva al mio abbigliamento quasi polare 😀
I messaggini sul telefonino tipo "Benvenuti in Danimarca", mi hanno fatto capire che ormai eravamo molto vicini alla destinazione, il porto di Gedser, in Danimarca, dove sono sbarcato dopo circa 2 ore di navigazione.
Uscendo con l'auto dal traghetto, a controllare chi sbarcava (controllo più che altro teorico, visto che nessuno è stato fermato), c'era in mezzo alla strada una statuaria e bellissima poliziotta danese. Se tanto mi dà tanto... 😉
Ho iniziato così a percorrere le strade secondarie danesi, sotto una leggera pioggia e tra immense praterie e fitti boschi, dove ogni tanto si intravedeva una casa o una fattoria o dei cavalli al pascolo. Densità abitativa: quasi zero. Dopo un po' ho imboccato l'autostrada ed ho poi attraversato un paio di lunghi ponti per passare da un'isola all'altra, arrivando infine sulla grande isola Sjælland, sulla cui estremità orientale si trova Copenhagen (København).
Poco dopo ho raggiunto la capitale danese, dove è stato sorprendentemente facile entrare nel centro storico e arrivare davanti al mio hotel, molto centrale. Poco dopo ho lasciato l'auto all'interno del piccolo parcheggio dell'hotel, con entrata molto stretta (d'altra parte penso che ben pochi arrivino qui in automobile...).
Un po' di riposo e poi sono uscito a piedi per andare a visitare una delle principali attrazioni della città, il parco divertimenti Tivoli. È molto antico ed affascinante, con varie attrazioni, una grande pagoda in stile cinese, un laghetto e delle montagne russe (ma non più alte di 10 metri). Ma insomma, considerando che solo per entrare si spendono circa 20 euro e che troviamo poi molti ristoranti e un'ampiezza complessiva pari a due isolati per due, credo che come attrazione sia un po' sovrastimata.
Ho cenato in un ristorante all'interno del Tivoli, con cibo buono e personale gentile, ma ho anche subito familiarizzato con il regime dei prezzi della Danimarca: sostanzialmente si spende almeno il 50% in più che da noi e spesso e volentieri anche il doppio o più. L'idea che mi sono fatto è che il tasso di cambio della corona danese (concordato a tavolino con la BCE) sia poco realistico, ma forse sbaglio...
Dopo la cena sono tornato a piedi nel mio hotel, dove ho dormito con addosso il maglione, perché non c'era riscaldamento e la temperatura era decisamente bassa.

Giorno 10

Al mattino ho raggiunto in tram il quartiere di Nyhavn, dove ci sono i canali circondati da pittoresche case multicolori. Intendiamoci: questa è la sola zona così organizzata e per non più di 200 metri, mentre il resto dei canali è circondato da case molto più ordinarie, anche moderne e ristrutturate.
Ho trovato subito il punto di partenza del giro in barca dei canali di Copenhagen e ho iniziato il tour, che è durato circa un'ora e che è stato molto interessante, anche perché la guida dava ampie spiegazioni, in danese e in inglese, di ogni luogo attraversato. Siamo arrivati anche al porto e abbiamo osservato dal mare la famosa sirenetta. Unico problema: il clima mutevole che ha portato anche pioggia a scrosci, per cui alla fine del tour ero abbastanza zuppo, nonostante il giubbotto impermeabile ed i teli forniti sulla barca.
Finito il giro in barca, ho pranzato lungo uno dei canali. Come ho scoperto, è una cosa poco consigliabile, perché questi ristorantini sono quasi tutti delle trappole per turisti. Ho pagato molto per un pranzo frugale, notando oltretutto un trattamento diverso per i turisti e per la gente del posto, a cui venivano servite porzioni molto più ricche. Davvero da evitare.
Sono poi tornato in hotel per riposare un po' e anche per cambiarmi, visto che la pioggia presa in barca era ancora tutta addosso. Una nota sui trasporti: bisogna chiedere sempre informazioni, perché in nessuna fermata della metropolitana è presente l'elenco delle stazioni o lo schema delle linee. I cartelli poi non indicano il numero della linea, ma il numero del binario. È un sistema fatto solo per chi già lo conosce a menadito, tanto che in un paio di occasioni gli stessi danesi si sono confusi e mi hanno raggiunto di corsa per correggere l'indicazione che mi avevano appena dato.
Una volta arrivato in hotel ho dovuto aspettare un po', perché alla reception non c'era nessuno, poi finalmente mi sono cambiato ed ho riposato nella mia stanza.
Più tardi sono uscito di nuovo e sono andato a visitare la Rundetårn, la Torre Rotonda, dove si sale fino alla cima attraverso un percorso elicoidale inclinato (un po' come nella Giralda di Sivigllia, solo che qui la torre è pù bassa, ma con un percorso più largo). Dalla cima, circa 35 metri, c'era un bel panorama su tutta Copenhagen.
Ho cercato poi un luogo dove mangiare e per stanchezza sono entrato in quello che sembrava un ristorante elegante. Si chiamava una cosa come Bdr.Price ed ho cenato con un risotto molto buono e originale e poi un piatto di formaggi misti (buono ma con porzioni molto ridotte), birra e un liquorino finale. Personale cortese e prezzo, beh, di circa 70 euro... E va bene, ci voleva anche questo.
Sono poi tornato in hotel, facendo anche una passeggiata nella zona dello Strøget, le vie dello shopping della capitale danese. Zona carina, ma anche piena di banali negozi di souvenir, in pratica niente di che (impallidisce di fronte a via Condotti a Roma, per dire).

Giorno 11

Verso le 9 sono andato a visitare il Rådhus, il Municipio di Copenhagen, che era a un passo dal mio hotel. Si può visitare sostanzialmente il grande e alto salone centrale, visibile anche dai piani superiori, accessibili attraverso larghe scalinate. La visita è gratuita e non si impiega molto, quindi è sicuramente consigliabile.
Ho poi raggiunto a piedi il non lontano Nationalmuseet, il principale museo di Copenhagen. È davvero molto grande e contiene tutta la storia della Danimarca, dal paleolitico ai giorni nostri. Particolare attenzione è dedicata all'epopea dei vichinghi, sui quali era presente anche una bella mostra interattiva temporanea. Sicuramente questo museo è la cosa che mi è piaciuta di più in questa città.
Poi, azzeccando incredibilmente le linee della metropolitana, ho raggiunto lo Statens Museum for Kunst, un grande museo d'arte contemporanea. Qui mi sono divertito a vedere le varie opere esposte, specie quelle di un'artista coreana molto interessante. Quanti di questi artisti saranno ricordati tra vent'anni? Solo il futuro potrà dircelo.
Finita anche l'arte moderna, rimaneva solo il rito che ogni turista qui è tenuto a compiere: visitare la famosa statua della sirenetta. Mi confondo un po' con le linee di autobus, con un autista che, a posteriori, so che mi ha dato indicazioni fuorvianti. Chiedo anche ad una ragazza con il cappellino da marinaio danese e lei mi consiglia di andare a piedi. Mi incammino, ma poi guardo su Google Maps e mi rendo conto che il percorso è lungo da fare a piedi; poi mi perdo in un quartiere residenziale.
Una parentesi sui ragazzi con il cappellino da marinaio: ne avevo visti molti in giro, quasi sempre in gruppo e a volte addirittura su furgoni aperti affittati allo scopo. Ragazzi e ragazze festanti e spesso intonanti canti, tutti con il cappellino da marinaio sulla testa e a volte anche la giacca da marinaio. In questo vedevo magari un po' di nazionalismo (a proposito: in una settimana non ho visto esposta neanche una singola bandiera dell'Unione Europea, mentre dappertutto era un tripudio di bandiere danesi). La verità l'ho scoperta poi in una successiva città danese, dove una receptionist mi ha spiegato che per tradizione i ragazzi delle scuole superiori, una volta finito ogni anno scolastico, per due settimane di seguito vanno in giro a fare festa e sbevazzare, con addosso il cappellino da marinaio. D'altra parte la guida della gita in barca ci aveva spiegato che in anni un cui l'acqua qui non era potabile, davano la birra persino ai lattanti...
Insomma, perso nel quartiere residenziale e con lo zainetto da mezza tonnellata di aggeggi multimediali, penso che l'unico modo per evitare l'infarto sia chiamare un taxi. E pazienza se mi costerà una tombola. Cerco il numero del radiotaxi sul telefonino (le regole UE sui cellulari all'estero sono davvero comode: ho potuto per tutto il viaggio usare internet come a casa) e lo chiamo, cercando di pronunciare in modo comprensibile il nome della via (la lingua danese ha ben 35 diversi suoni vocalici...).
Dopo dieci minuti arriva il taxi e, prima sorpresa, il tassametro viene fatto partire nel momento in cui entro (a Roma sarebbe partito al momento della chiamata...). L'autista è indiano e guida una bella Nissan Leaf elettrica, per cui nel tragitto parliamo di auto elettriche e lui mi dice che la sua è davvero economica, costando solo 380.000 corone (circa 58.000 euro). Davvero qui i parametri economici sono molto diversi che da noi.
In circa dieci minuti arriviamo alla sirenetta, che è all'interno di un parco che si trova lungo la costa. Pago, seconda sorpresa, l'equivalente di circa 15 euro, cioè più o meno quanto avrei pagato a Roma per un percorso simile. Insomma, qui solo i taxi costano come a Roma 😀
La sirenetta è una statua a grandezza naturale posta su una roccia a un paio di metri dalla riva. Credo sia in bronzo, ma è talmente lucida e verde da sembrare una gemma preziosa. Naturalmente ho fatto foto ed ho chiesto a un'americana di farmene qualcuna con lo sfondo della statua, facendo anche un po' di fila, perché ognuno voleva un selfie con la sirena. Poi mi sono incamminato verso l'hotel, prendendo un autobus e poi qualche fermata di metropolitana.
Seconda passeggiata nello Strøget (prounciato Stroll), dove in una pizzeria scopro che il pizzaiolo è siciliano e parlo con due ragazze calabresi di Roma. Poi torno in hotel per la mia ultima notte a Copenhagen.

Giorno 12

Al mattino ho lasciato Copenhagen ed ho imboccato il ponte dell'Öresund, che collega la Danimarca alla Svezia. L'intenzione era quella di passare la mattinata in Svezia, per poi tornare in Danimarca nel pomeriggio. Purtroppo non mi ero informato sul costo del pedaggio del ponte, pari a ben 470 corone danesi, equivalenti a circa 62 euro. Un po' esagerato per passare solo 4 o 5 ore in Svezia...
Il percorso sul lunghissimo ponte è scenografico, ma all'arrivo ho trovato due poliziotti svedesi che mi hanno fermato e che per circa 15 minuti hanno esaminato tutti i bagagli che trasportavo. Curiosamente, non hanno chiesto né la patente né il libretto di circolazione, ma erano interessati solo ai bagagli, trovando probabilmente strano che un italiano arrivasse lì da solo con la sua automobile. La poliziotta ha anche esaminato il retro del giubbotto che indossavo, senza farmelo togliere, mentre il collega frugava nelle mie valigie, piene di aggeggi elettronici, vestiti, guide turistiche e souvenir comprati in Germania e Danimarca. Mi hanno anche chiesto che viaggio stessi facendo e che lavoro facessi, così ho spiegato che ero un ex dipendente della Camera dei deputati italiana che faceva un tour in Europa. Alla fine la poliziotta mi ha sorriso, ha detto che era tutto a posto e che potevo andare, consigliandomi di guidare in modo prudente ("and drive safe").
Una volta ripartito sono arrivato nella cittadina svedese di Lund, dove sono andato a visitare la sua cattedrale luterana, che è la più antica di tutta la Scandinavia. Sull'esterno c'erano delle impalcature per lavori in corso, ma la facciata mi ha comunque impressionato, mentre all'interno spiccavano la pala d'altare e gli affreschi, del XIV secolo.
Finita la visita, ho fatto una seconda colazione in un forno nei pressi, dove una ragazza che parlava in perfetto inglese mi ha servito un buon caffè e dei dolcetti molto gustosi.
In tutto ciò mi sono reso conto che i soldi svedesi presi anni prima in banca in Italia, per un viaggio poi non fatto, erano ormai fuori corso. Così in Svezia per pagare ho usato solo la carta di credito.
Ho poi invertito la marcia e sono arrivato in poco tempo nello Stortorget, la piazza principale della città di Malmö. Qui ho visitato la piazza, i suoi monumenti e le zone circostanti. Ho anche fatto un pranzo leggero in una caffetteria e poi, un po' in anticipo rispetto al previsto, ho imboccato di nuovo il ponte e sono tornato in Danimarca, diretto alla città di Roskilde, che si trova un po' ad ovest di Copenhagen.
Sono subito andato a vistare il Museo delle Navi Vichinghe, dove sono presenti quattro esemplari parzialmente recuperati delle imbarcazioni usate dai navigatori nordici. Il museo non è enorme, ma è molto interessante.
Sono poi andato nel centro di questa cittadina a fare compere e sono infine arrivato al mio hotel, moderno e confortevole, dove ho anche cenato.

Giorno 13

Al mattino ho lasciato Roskilde diretto ad ovest. Con un lungo ponte, a pedaggio, ho anche lasciato l'isola Sjælland e sono entrato nell'isola Fyn, raggiungendo il suo capoluogo, Odense, che è la terza città più grande della Danimarca.
Nella città nacque il famoso scrittore di fiabe Hans Christian Andersen e sono subito andato a visitare il museo a lui dedicato. Il museo è molto interattivo e molto ben organizzato. Viene fornita una cuffia e quando ci si avvicina ad una zona, parte la descrizione relativa, disponibile in varie lingue. Dopo il museo ho trovato un ristorantino tipico dove pranzare e poi sono ripartito, continuando verso ovest.
Dopo un altro ponte, questa volta meno lungo e gratuito, ho lasciato anche l'isola Fyn e sono entrato nella parte peninsulare della Danimarca, lo Jylland, arrivando nel primo pomeriggio ad Aarhus, che è la seconda città più grande del paese.
Qui sono andato a visitare lo ARoS, Aarhus Kunstmuseum, un museo d'arte moderna e contemporanea. Meno grande di quello che immaginavo, è stato comunue molto interessante da vedere. Hanno anche avuto l'idea di sormontarlo con un percorso circolare panoramico, le cui vetrate sono colorate con i colori dell'arcobaleno. È stato davvero divertente percorrere questa piattaforma, chiamata "Your raimbow panorama", facendo varie fotografie.
C'erano varie opere esposte e nel piano inferiore ho trovato una artista africana che era lì per un workshop e che mi ha spiegato il significato delle sue performance. Al piano terra ho trovato invece un'area shopping davvero molto ampia.
Sono quindi arrivato al mio hotel, situato vicino al porto. Nella sua sala colazione all'ultimo piano c'era un bel panorama sul mare e la città, come ho scoperto il mattino seguente.
Verso sera sono uscito per cena, visitando anche la cattedrale della città. L'offerta della ristorazione non è sembrata il massimo in questa città dall'aria sonnolenta, o almeno nella sua zona centrale, ma ho comunque trovato un grande bar dove si poteva anche mangiare qualcosa.
Sempre a piedi, sono poi tornato in hotel per dormire, cullato anche dalle poco frequenti urla dei gabbiani.

Giorno 14

Ho lasciato Aarhus diretto a nord e sono arrivato nel punto più settentrionale della Danimarca, la cittadina di Skagen. Essendo già tardi, mi sono fermato nel porticciolo della città ed ho fatto un bel pranzetto a base di pesce.
Ho poi proseguito poco più a nord e mi sono fermato vicino ad un grande faro, il Gråfyr, e sulla vicina spiaggia. Sono poi arrivato non molto lontano, nel parcheggio della spiaggia di Grenen. Eh già, proprio così, nel punto più a nord della Danimarca c'è una grandissima spiaggia di sabbia bianca, dove si uniscono i mari Skagerrak e Kattegat, creando una zona di onde turbolente.
Ho camminato sulla sabbia fino al punto più a nord, sotto il vento del Mare del Nord, ma per fortuna con un clima divenuto clemente: pieno sole e ben 24 gradi Celsius (per i danesi è una temperatura tropicale).
Ho poi lasciato Skagen, il punto più a nord di questo viaggio (alla latitudine di Goteborg e più a nord di Edimburgo, in Scozia), e, diretto per forza a sud, sono arrivato nel pomeriggio al mio hotel di Aalborg. La città è fatta di strade ampie ed edifici moderni, con i luoghi interessanti così distanti tra loro che persino l'hotel mi ha consigliato di muovermi in automobile, piuttosto che a piedi. È stato anche abbastanza difficile trovare un posto dove mangiare, tanto che alla fine ho preso solo qualcosa in hotel. Nella serata si sentiva musica in strada, ma ero troppo stanco per uscire. A mezzanotte ho guardato il cielo dalla finestra del mio hotel, ed era ancora chiaro.
Sicuramente avrei dovuto vedere più cose di questa città, ma per come erano andate le cose nella ricerca del posto dove cenare e per l'atteggiamento della gente del posto, ho deciso di riposarmi e partire l'indomani il prima possibile, lasciando così anche la Danimarca.

Giorno 15

Un po' scocciato dalla situazione ad Aalborg, sono partito al mattino molto presto verso la tappa successiva, che non era più in Danimarca, ma di nuovo in Germania. In mattinata sono arrivato a Kiel, una città tedesca sul Mar Baltico, dove ho fatto uno spuntino e visitato la zona centrale e quella portuale.
Più tardi sono ripartito ed a metà giornata sono arrivato a Lübeck, dove ho lasciato l'auto in un parcheggio pubblico e sono andato a pranzo lungo uno dei canali della città.
Ho subito notato la bellezza di questa città, il cui centro storico è situato su un'isola, circondata da due rami del fiume Trave. Storicamente è stata, ed è, un centro commerciale importante sul Baltico, nonché parte della Lega Anseatica. Probabilmente non è la prima destinazione che viene in mente, quando si va in Germania, ma, visto che ha canali che non hanno nulla da invidiare a quelli di Copenhagen, bellissime piazze, chiese e monumenti, nonché una popolazione quasi sempre rilassata e di buon umore, merita sicuramente di più, dal punto di vista turistico.
Nel primo pomeriggio ho ripreso l'auto e sono arrivato nel mio hotel, molto centrale. La mia stanza era all'ultimo piano, con balcone privato da dove mi sembrava di poter toccare con le mani le alte guglie della vicina St. Petri Kirche.
Mi sono riposato un po' dopo il lungo viaggio mattutino e verso sera sono uscito per andare a cena non lontano, in un ristorante tipico e consigliato dalle guide.

Giorno 16

Ho iniziato il mio secondo giorno a Lübeck, andando a visitare, per prima cosa, la St. Petri Kirche, una chiesa poco interessante all'interno, ma dove è possibile salire in ascensore sulla cima di una delle due bellissime guglie gotiche. Da qui è possibile vedere tutta la città, piena di chiese e di edifici molto belli, un vero spettacolo! Non per niente l'intero centro storico di Lübeck fa parte del patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.
Ho visto poi lo Holstentor, l'antica porta della città, che è il monumento più famoso di Lübeck. All'interno c'è anche un piccolo ma interessante museo sulla storia di questa città, una delle più importanti della Lega Anseatica, con un ruolo molto importante, per secoli, nel commercio sul Baltico e come collegamento tra i paesi nordici e quelli dell'Europa centrale e meridionale.
Ho visitato il museo ed ho visto anche i vicini Salzspeicher, i magazzini dove veniva immagazzinato il sale. Poi sono andato a fare un giro in barca dei canali, un tour molto interessante e che per spettacolarità non ha niente da invidiare a quello di Copenhagen. Ho poi pranzato non lontano e sono tornato in hotel per riposare un po'.
Nel pomeriggio ho visto la piazza del Markt, circondata quasi completamente da portici e con il Rathaus e altri edifici molto belli.
Sono poi entrato nella St. Marien Kirche, un'altra chiesa antica e molto bella, nonché sito UNESCO. Qui ho fatto anche dei selfie vicino all'orologio astronomico. Davvero questa città è un condensato di bellezza e meriterebbe di essere più spesso una destinazione turistica.
In serata ho fatto una lunga passeggiata per raggiungere un ristorante storico trovato su Tripadvisor ed ho cenato lì, anche discutendo su come la Lega Anseatica fosse una specie di globalizzazione ante litteram.
Sono tornato infine al mio hotel con una lunga passeggiata attraverso il centro cittadino.

Giorno 17

Oggi ho lasciato Lübeck e, diretto verso sud, con un percorso abbastanza lungo sono arrivato a Göttingen. L'hotel era carino ma alla reception si sono comportati in modo strano al mio arrivo: mentre in nessun hotel tedesco mi avevano mai chiesto i documenti, qui pretendevano addirittura il passaporto, non accontendandosi della carta d'identità. Il passaporto ce l'avevo, in valigia come documento di riserva, ma mi sono impuntato ed ho spiegato che, essendo un cittadino dell'Unione Europea, la carta d'identità era sufficiente. Davvero un comportamento strano...
Göttingen è carina e sede di una famosa e antica università. Nella piazza principale c'è la statua di una bambina che regge in mano delle oche, la guardiana delle oche. Per tradizione ogni persona che si laurea nella locale università, per prima cosa viene qui e dà un bacio a questa statua.
Ho passeggiato nel centro storico e poi ho cenato in una tipica birreria. Poi sono tornato in hotel, ma mi sembrava che la giornata fosse stata un po' vuota, avevo voglia di uscire. Così ho cercato su internet l'indirizzo di un club musicale e l'ho raggiunto con una lunga passeggiata, passando anche vicino alla stazione centrale, dove si vedevano tante brutte facce.
Sono così arrivato al Nörgelbuff, un rock club dove chiunque può esibirsi per 15 minuti, previa approvazione da parte del gestore, non giovanissimo ma con lunga coda da ex rockettaro. Essendo arrivato presto, hanno pensato che fossi uno che voleva suonare... 😀
Presto il locale, molto piccolo e sotterraneo, si è riempito di ragazzi giovanissimi, adolescenti e forse studenti universitari, e sul palco hanno iniziato ad alternarsi i vari artisti. Io ho ordinato un cocktail e sono rimasto stupito dalla bravura di tutti questi giovani, che hanno presentato pezzi che andavano dal rock classico, al rap e al melodico.
Poi sono tornato in hotel, passando per i più sicuri viali centrali della città.

Giorno 18

Durante la mattinata ho lasciato Göttingen e, con un percorso non lunghissimo, ho raggiunto Bamberg, mia ultima tappa in Germania.
Per prima cosa sono andato a visitare il Bamberger Dom, la cattedrale costruita nel secolo XI e che fa parte del World Heritage dell'Unesco. All'interno tante opere d'arte, come delle belle pale d'altare lignee e la tomba, fatta nel XVI secolo, con le figure in marmo dei due fondatori del duomo, l'imperatore Enrico II e sua moglie, l'imperatrice Cunegonda.
Il duomo si trova su una piccola altura, per cui sono poi ridisceso a livello del fiume, il Regnitz, che attraversa il centro storico della citta, che fa interamente parte anch'esso del World Heritage dell'UNESCO, avendo mantenuto il suo aspetto medioevale.
Molte porte, palazzi storici e bei viali riempiono la città, con case pittoresche poste addirittura su uno dei ponti e con il vecchio municipio sospeso sul fiume, al centro di un ponte.
Ho visto molte attrazioni, fatto un po' di shopping e alla fine ho cenato in una birreria, per poi riposare a sera nelle ampie stanze dell'hotel dall'arredamento retro, un vero ampio appartamento.

Giorno 19

Sono partito al mattino per un lungo viaggio attraverso la Germania meridionale, entrando poi in Austria, previo acquisto della solita vignette autostradale. Ho attraversato l'Austria fino ad arrivare vicino Innsbruck, dove ho imboccato l'autostrada per il Brennero, ritornando infine in Italia dopo quasi tre settimane.
Vista la lunghezza del percorso, il luogo prescelto come ultima tappa del viaggio è stato Vipiteno - Sterzing, a poca distanza dal confine. Sono arrivato al mio albergo, un po' fuori città e in mezzo ai boschi, dove ho riposato un po'. Poi verso sera mi sono recato, in auto, nel centro storico di Vipiteno, dove ho visitato il viale principale, molto bello e anche con portici. È lì presente il principale monumento della città, la Torre delle Dodici. Vipiteno ha un centro storico piccolo e il resto della città è fatto da costruzioni moderne e sparse, con villette e bassi edifici, dove si intravedono molte attività economiche.
Ho poi cenato in una pizzeria e sono tornato in auto al mio hotel, per l'ultima notte del viaggio.

Giorno 20

Diario di viaggio - Giorno 20 Ho fatto colazione in hotel e poi sono partito diretto verso casa mia a Roma. A Vipiteno faceva decisamente fresco, il cielo era nuvoloso e ogni tanto c'era una leggera pioggia.
Procedendo man mano lungo l'autostrada, il cielo è divenuto sereno, mentre la temperatura è salita progressivamente, fino ai tipici valori estivi e anche più.
Ho fatto varie soste ed ho pranzato in un'area di servizio.
A metà pomeriggio sono arrivato a Roma ed ho scaricato le valigie. Fine del viaggio, lungo oltre 5400 km.

Conclusioni

In preparazione...

 
Vinicio Coletti