Introduzione
Negli ultimi tempi ha preso piede un movimento spontaneo e popolare denominato "6000 Sardine", che è riuscito a portare
in piazza decine o centinaia di migliaia di persone, basandosi sulle parole d'ordine semplici e allo stesso tempo dirompenti
dell'antifascismo e dell'opposizione a politiche ultranazionaliste basate sull'odio verso gli altri.
Ma, al di là di questo collante, il nascente movimento non ha finora prodotto proposte concrete di nessun tipo e deve fare
i conti con l'estrema disomogeneità dei propri sostenitori, pur suggerendo ai manifestanti di darsi da fare nella ideazione
di un programma politico.
In effetti si trovano oggi nella rete molte proposte nate negli ambienti sardinisti, molto varie e spesso agli antipodi
le une rispetto alle altre. Si va da idee stataliste ad altre neoliberiste, fino addirittura a proposte neocorporative, che
fanno a pugni con i presupposti di base del'ittico movimento.
Pur condividendone alcuni presupposti di base, io non faccio parte di questo movimento e finora non ho partecipato a nessuna
loro manifestazione. Mi sono però spesso trovato a pensare, come tanti, a cosa mi piacerebbe fosse realizzato nel nostro Paese,
che si trova in una fase cruciale di passaggio, dove è necessario stabilire quale tipo di sviluppo vogliamo realizzare.
Ho quindi deciso di riassumere ed elencare qui le varie cose che mi piacerebbe fossero realizzare da un qualche governo,
indipendentemente dalla sua collocazione politica o ideologica. A proposito: non c'è niente che mi stia più antipatico delle
ideologie, che sono dei filtri mentali che impediscono la comprensione della realtà e che sono alla base del ritardo culturale
dell'Italia rispetto a tanti altri paesi. Peraltro in questo non siamo soli; ad es. paesi come la Francia condividono questi
problemi e queste arretratezze.
Spero che le mie semplici proposte non sembrino al lettore troppo ingenue. A me sembrano concrete e realizzabili e le ho
suddivise per argomento. Si tratta di un lavoro in continua evoluzione, per cui il contenuto di questa pagina varierà nel tempo.
Istruzione
La scuola e l'istruzione in generale rappresentano il futuro di un Paese e sono quindi in assoluto il fattore più importante
che influenza lo sviluppo della società e la sua capacità di adattarsi alla realtà e di affontare le sfide di un mondo in
perenne cambiamento. Un alto livello medio di istruzione favorisce anche una maggiore moralità nella gestione della cosa
pubblica ed è alla base dello sviluppo scientifico e tecnologico.
Se vogliamo che l'Italia sia simile a paesi come la Germania o il Giappone, che riescono ad esportare massicciamente,
nonostante i prezzi alti, a causa della qualità, innovazione e precisione dei propri prodotti, non possiamo far altro che
investire molto nell'istruzione e nella ricerca scientifica. Se invece vogliamo vendere a basso costo prodotti
di bassa qualità, l'istruzione non serve, ma questa è la via per tornare nel terzo mondo.
Proposte
- Stabilire per legge che le spese per l'istruzione e la ricerca scientifica rappresentino il capitolo prioritario
di spesa in ogni legge finanziaria. Le esigenze per questo settore vanno considerate prima di quelle di tutti gli altri
settori.
- Aumentare le spese per la costruzione e la manutenzione edilizia delle scuole, nonché per dotarle di tutte le attrezzature
necessarie, compresi i laboratori.
- Incrementare i corsi di formazione professionale per i docenti, per migliorare e rendere più omogenei i metodi didattici
(che sono una delle carenze più evidenti della scuola italiana).
- Ridurre i finanziamenti alle scuole private e dirottare i fondi così ottenuti sulla scuola pubblica.
- Imporre alla RAI di aumentare il numero e la frequenza di trasmissioni televisive e radiofoniche a contenuto
educativo. Far creare nuovi programmi destinati alla formazione continua degli adulti, soprattutto a contenuto scientifico
e tecnologico.
- Per la ricerca, aumentare i finanziamenti e stabilire linee guida per coordinare gli sforzi nei settori considerati
oggi più importanti (ad es. produzione energetica, robotica, biologia e genetica).
- Riformare il CNR e copiare pedissequamente i metodi utilizzati nei paesi dove la ricerca funziona bene, con contratti
a tempo, autonomia anche finanziaria dei singoli progetti, responsabilizzazione dei ricercatori e fine delle rendite di
posizione. Migliorare la capacità di attrarre ricercatori dagli altri paesi.
- Riforma dell'università, favorendo il ricambio generazionale e la valorizzazione delle competenze e dei risultati,
indipendentemente dall'età e dalle posizioni di "carriera". Valutazione continua del lavoro dei docenti e fine delle
carriere eterne.
- Aumento progressivo delle retribuzioni per docenti e ricercatori.
- Riforma del liceo classico, con 2 anni di solo greco antico, seguiti da 3 anni di solo latino. Uso delle ore
risparmiate per la matematica, le scienze e la lingua estera.
- Aumento dell'obbligo scolastico ai 18 anni di età, se non già fatto.
- Introduzione dello studio della musica in tutta la scuola dell'obbligo, a partire dalle elementari.
- Reintroduzione dello studio della geografia in tutte le scuole medie e superiori.
- Integrare elementi di informatica nella matematica, nelle medie e in tutte le superiori. Introdurre elementi di
coding a partire dalle elementari.
- Favorire il riutilizzo dei libri di testo e l'uso delle loro versioni elettroniche (e-book), con l'obiettivo
di eliminare i costi delle famiglie per l'acquisto dei testi. In ogni caso gratuità di tutti i testi fino alle scuole medie.
Energia
Il modo con cui produciamo (o importiamo) energia influenza in modo sostanziale sia lo sviluppo economico che l'impatto
ambientale. Dobbiamo raccogliere la sfida data dai cambiamenti climatici, agendo prontamente per favorire il sempre
minore uso dei combustibili fossili ed un maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili, che hanno ormai costi comparabili alle
fonti più tradizionali.
L'Italia produce già circa un terzo della propria energia elettrica grazie alle fonti rinnovabili (statistiche ufficiali
della Terna relative al 2018) e ciò senza piani governativi a lungo termine. Con un minimo di oganizzazione si potrebbe dunque
elevare di molto questa quota, riducendo così le emissioni di gas serra e anche l'importazione di prodotti petroliferi, con
conseguente miglioramento della bilancia commerciale ed anche con la creazione di molti posti di lavoro.
L'Italia può sfruttare l'energia eolica, con centrali in mare in vari luoghi e con impianti a terra nelle zone più favorevoli.
Si può poi sfruttare ancora di più l'energia fotovoltaica, favorendo le piccole installazioni private e costruendo
grandi centrali nelle zone più assolate e a basso sviluppo agricolo. Va favorita anche la ricerca scientifica in questo
settore e come leva, più che i finanziamenti, vanno utilizzati gli strumenti fiscali.
Proposte
- Riduzione sostanziale dell'IVA e del dazio (o annullamento) per tutti i componenti utilizzati nella costruzione di impianti
solari ed eolici, come rotori, pannelli, cavi, connettori, inverter, batterie di accumulo, ecc., individuandoli nelle tabelle
ufficiali delle categorie merceologiche.
- Finanziamento di progetti di ricerca scientifica volti allo sviluppo di nuove fonti rinnovabili ed all'aumento
dell'efficienza di quelle attualmente disponibili.
- Coordinamento centralizzato della progettazione e costruzione delle centrali eoliche e solari di grandi dimensioni.
- Progettazione di modifiche incrementali alla rete elettrica, per renderla in grado di sopportare una maggiore
percentuale di carichi energetici variabili e di flussi di energia bidirezionali.
- Sgravi fiscali per le imprese che si occupano di fonti rinnovabili, maggiori per le ditte che producono
direttamente e in Italia apparecchi e componenti per questo uso.
- Completamento dei metanodotti internazionali attualmente in costruzione. Visto che bastano e avanzano per le esigenze
dell'Italia, insieme a quelli già esistenti, annullamento di tutti i progetti di metanodotti futuri.
- Vista l'incertezza degli effetti sugli strati geologici, ritiro progressivo di tutte le concessioni per l'estrazione
di gas nelle piattaforme situate nell'Adriatico.
- Chiusura o riconversione delle residue centrali elettriche a carbone o che utilizzano idrocarburi pesanti. Utilizzo
prioritario di metano e gas naturale, con progressivo passaggio alle rinnovabili. Sperimentazione di centrali ibride (ad
es. solare + metano) per coprire il ciclo delle 24 ore.
- Favorire l'installazione di mini centrali idroelettriche. Utilizzo di quelle grandi per l'accumulo diurno di energia e
la fornitura di energia durante la notte, come viene già fatto in parte.
- Favorire fiscalmente, come in parte viene già fatto, l'isolamento termico degli edifici, che riduce i consumi
energetici in tutte le stagioni.
Economia, tecnologia e ambiente
Troppe imprese in Italia vengono "salvate" dallo Stato. Abbiamo quindi imprenditori che investono e guadagnano e che poi,
se le cose vanno male, addossano le loro perdite alla collettività, cioè alle imposte e tasse pagate da tutti i cittadini.
Questa tendenza va invertita, con il supporto focalizzato sui lavoratori e non sulle imprese.
Va favorita la creazione delle cosiddette start-up, utilizzando più che finanziamenti a perdere, la leva fiscale, che
favorisce in automatico solo le imprese effettivamente produttive. Stesso sistema di incentivi per favorire la localizzazione
di imprese nel Mezzogiorno.
Va promossa la collaborazione virtuosa di imprese e ricercatori, creando centri di ricerca applicata, finanziati in parte
dalle imprese e in parte dallo Stato, sul modello della società Fraunhofer in Germania. La produzione di brevetti è
di per sé un introito e fa da catalizzatore per lo sviluppo tecnologico.
Proposte
- Divieto per legge di "salvare" con soldi pubblici le imprese private, incluse le banche. Se un'impresa fallisce
è giusto che chiuda, con i suoi dirigenti ad assumersi tutte le responsabilità. Il supporto dello Stato deve andare non
all'impresa ma ai lavoratori rimasti disoccupati, con un congruo sussidio di disoccupazione e corsi pubblici e gratuiti
di formazione e riqualificazione professionale, nonché con l'accesso ad un efficiente sistema di centri per l'impiego.
- Creazione di forti sgravi fiscali per le aziende, italiane o straniere, che localizzano una propria sede nel Mezzogiorno,
assumendo almeno una certa percentuale di dipendenti fra le persone della provincia e provincie confinanti. I livelli di
intervento vanno stabiliti a livello provinciale e possono essere graduati a seconda del reddito medio e dell'indice di
disoccupazione presente in quella provincia. Vanno escluse dal beneficio le imprese ad alto impatto ambientale
(chimica, nucleare, siderurgia, alluminio, ecc.)
- Riduzione progressiva, fino all'azzeramento in alcuni anni, degli incentivi attualmente concessi alle imprese petrolifere.
- Forti sgravi fiscali, come già detto, per tutte le imprese che si occupano di fonti rinnovabili, compreso tutto l'indotto,
con forte riduzione dell'IVA per tutti i prodotti coinvolti.
- Incentivi e penalizzazioni progressive, per favorire l'utilizzo di prodotti a minore impatto ambientale, in tutti i settori.
- Assistenza dello Stato alle Regioni ed ai Comuni, per quanto riguarda la pianificazione del ciclo di smaltimento dei rifiuti.
Diffusione ovunque della raccolta differenziata e del riciclo dei materiali energivori o comunque riciclabili: alluminio, alcune
plastiche, vetro, carta, ecc.
Costruzione di un congruo numero di inceneritori, obbligatoriamente basati sulle tecnologie più recenti, che abbattono la
temperatura rapidamente, evitando così di produrre diossine.
- Mantenere e anzi incrementare gli incentivi per chi acquista veicoli elettrici o ibridi. Graduarli in modo che siano maggiori
per i mezzi solo elettrici.
Annullare per questi mezzi il bollo auto per sempre, con decisione a livello nazionale, valida quindi in tutte le regioni.
- Coordinare a livello nazionale un piano per la costruzione di centraline di ricarica per veicoli elettrici, differenziate
a seconda della localizzazione (in CC rapide in autostrada, più lente in tutti i luoghi in cui si passa un po' di tempo: vicino
teatri, cinema, musei, parchi, centri commerciali, università, ospedali e principali luoghi di lavoro).
Sgravi fiscali per imprese, ristoranti e alberghi che installino centraline di ricarica nei loro parcheggi, per i dipendenti
e i clienti.
- Obbligo di monitoraggio della qualità dell'aria nei grandi centri urbani e responsabilità penale del sindaco, nel
caso non prenda misure adeguate per ridurre l'inquinamento quando i limiti vengono superati.
- Diffusione universale del principio di reponsabilità, per tutti i dirigenti di imprese pubbliche. In caso di problemi
e prima di eventuali misure giudiziarie, civili o penali, l'amministrazione deve obbligatoriamente rimuovere il responsabile
di quel settore e nominare una nuova persona.
- Istituzione di una tassa su tutte le società che, attraverso internet, vendono prodotti o servizi a chi vive in Italia,
basata sul semplice concetto che si viene tassati in proporzione al fatturato che si realizza vendendo in Italia,
indipendentemente da dove sia localizzata la sede ufficiale della società.
- Pianificazione a livello UE di varie dorsali dati ad altissima velocità, che consentano lo scambio dei dati tra i vari
paesi. Ora, se si guarda il percorso dei dati, succede spesso che un pacchetto dati internet spedito da Roma a Parigi passi magari
per Boston o Filadelfia: inefficiente e poco sicuro. Servono quindi le autostrade europee dei dati.
Sanità
Il sistema sanitario italiano è misto, pubblico e privato, ma comunque troppo disomogeneo. A vette di eccellenza riconosciuta
su scala mondiale, si affiancano situazioni di degrado che è difficile trovare persino nei paesi in via di sviluppo. E ci sono troppi
sprechi e troppa corruzione, tanto che una parte considerevole del debito pubblico risiede nel deficit per la sanità delle varie
Regioni.
Pur facendo rimanere la sanità a gestione regionale, l'unico modo per farla funzionare bene è equilibrare il potere di gestione
delle Regioni con quello di controllo dello Stato. Il Ministero della sanità deve avere la possibilità di controllare in modo esteso
e anche sotto copertura il funzionamento di tutte le strutture pubbliche e di quelle convenzionate, con la possibilità di
intervento diretto per quanto riguarda la rimozione dei responsabili inadempienti o anche solo sospettati di corruzione o cattiva
gestione.
C'è poi un'emergenza nella psicologia, evidenziata dalle tristi vicende di Bibbiano e dovuta al fatto che a questa facoltà si
iscrive chi andava male al liceo, ma vuole comunque una "laurea facile".
Proposte
- Avocazione da parte dello Stato del potere di controllo sul sistema sanitario, gestito dalle Regioni. Esecuzione continua
di controlli, anche senza avviso preventivo e sotto copertura, in tutte le strutture sanitarie pubbliche e private. Potere dello
Stato di rimuovere o anche licenziare in tronco il personale sanitario che dai controlli dovesse risultare non adeguato a svolgere
i propri compiti.
- Gestione di un database nazionale che tracci il funzionamento delle singole strutture e quello dei singoli
operatori (chirurghi e tutti i medici specialisti), in modo da intervenire tempestivamente qualora risultino ad es. anomali aumenti
di mortalità.
- Tracciamento specifico della gestione dei malati anziani e poco abbienti nelle strutture pubbliche, visti i sospetti di
eutanasia passiva che riguardano alcuni grandi ospedali.
- Gestione degli acquisti delle attrezzature sanitarie di qualsiasi tipo attraverso un coordinamento nazionale, simile a quanto
si fa per la Pubblica Amministrazione, con il fine di ottimizzare i costi e garantire una qualità alta e omogenea dei materiali.
- Ripresa delle campagne pubblicitarie e di sensibilizzazione, contro le malattie trasmesse per via sessuale, in particolare
rivolte a giovani e adolescenti.
- Chiusura delle facoltà di Psicologia e trasformazione della materia in specializzazione della facoltà di Medicina e
Chirurgia.
Trasporti
Nel secondo dopoguerra l'Italia ha costruito una efficiente rete di trasporti, basata soprattutto sulle autostrade, con anche
la costruzione di aeroporti e grandi porti, nonché con un certo sviluppo, anche se sicuramente carente, delle ferrovie.
Ora siamo ad un punto di svolta, perché il cemento armato non dura in eterno e la rete autostradale necessita di una manutenzione
continua e puntuale. Oltre a questo, bisogna decidere dove indirizzare i trasporti dei prossimi decenni e l'unica soluzione,
dovuta alla necessità della decarbonizzazione e della riduzione del traffico aereo, è costituita dallo sviluppo delle ferrovie,
in tutte le loro declinazioni. Quindi treni ad alta velocità, destinati soprattutto al trasporto delle persone su scala
nazionale ed europea, e poi treni locali che garantiscano spostamenti comodi e puntuali ai pendolari ed a chi si muove
all'interno delle città.
Per il trasporto urbano vanno sviluppate le metropolitane e le tramvie, nonché il recente ibrido di sicuro interesse: il
filobus a batterie, che necessità di fili solo per una parte della sua tratta, potendo muoversi negli incroci e altrove
grazie alle batterie che ha a bordo.
Altre proposte sono nella sezione Economia.
Proposte
- Incremento del piano nazionale per i treni ad alta velocità, che devono raggiungere anche il Mezzogiorno e devono
collegarsi con le reti ad alta velocità dei paesi europei confinanti.
- Azione a livello di Unione Europea per la definizione nei dettagli di una rete europea per il trasporto ferroviario
ad alta velocità. Impegno della UE e dei singoli Stati per la realizzazione della rete, che ha lo scopo di rendere
superfluo l'aereo per gli spostamenti su terra entro una distanza di 1500 o anche 2000 km.
- Finanziamenti ai grandi centri urbani per l'incremento delle reti di ferrovia metropolitana. A Roma, completamento
della terza linea e costruzione della quarta linea senza tunnel, utilizzando i tracciati degli attuali passanti ferroviari.
- Passaggio progressivo degli autobus urbani dal gasolio alla trazione elettrica, intesa anche come tram e filobus.
- Riqualificazione del trasporto suburbano, con l'incremento delle corse e il miglioramento del comfort a bordo dei
treni locali.
- Per le opere pubbliche, come ponti, viadotti, strade, tunnel, ecc., va definita per legge la figura del Resposabile Unico
dell'Opera. Questa persona, nominata dalla ditta che costruisce o gestisce l'opera, si occuperà del coordinamento di tutti
gli interventi di manutenzione o aggiornamento e sarà penalmente responsabile in caso di inadempienze.
Vinicio Coletti
Creato il 2 gennaio 2020, ore 07:00 UTC+1
Aggiornato al 28 gennaio 2020, ore 17:05 UTC+1