Il mio programma per lunedì 11 novembre 2013 consisteva nell'uscire dall'ufficio insolitamente in orario, alle ore 17, recarmi
all'Auditorium Parco della Musica a vedere l'incontro con il regista americano Spike Jonze, previsto per le ore 18, e
vedermi poi alle ore 20 il suo film "Her", in seconda proiezione.
Le prime critiche lette parlavano molto bene di questo film, tanto che potrebbe, dicono, persino vincere il festival.
Dalla regia proiettano un enorme ritratto del regista sullo schermo, che entra e si siede su una grande poltrona, con
vicino l'interprete e di fronte un paio di giornalisti-critici-qualcosa italiani, con un'altra interprete pronta alla bisogna.
Jonze risulta subito un tipo alla mano e che ispira simpatia, specie quando il super critico gli spara una domanda così
strutturata, quasi un mini saggio, che lui risponde: "Può farmi un'altra domanda, questa è troppo complicata per me...".
Diventa ancora più simpatico a tutti i presenti quando pretende che la sua foto gigante venga rimossa dallo schermo, mentre
il critico recupera punti quando azzecca un lapsus incredibile: chiama il regista Spike Lee!
Tra una domanda e l'altra vengono mandati sullo schermo degli estratti dei suoi film, di cui, devo confessare, non ne ho
visto ancora nessuno. Vengono proiettate delle scene da "Being John Malcovich", "I'm here" ed altri film che ora non ricordo.
Vedendo queste scene mi convinco rapidamente che egli è non solo molto creativo, ma sicuramente anche bislacco.
La sensazione si rafforza quando qualcuno dal pubblico gli chiede da dove tragga l'ispirazione per i suoi film. Mentre il
regista esita a rispondere a me viene maliziosamente in mente una risposta: "Questo prima si fa di LSD e poi scrive soggetto
e sceneggiatura"; ma è una esagerazione, lo so.
L'intervista continua ed ogni tanto a Jonze piace interagire con il pubblico, facendo lui delle domande, chi ha visto i suoi film, ecc.
L'incontro termina poco dopo le 19, ma non posso vedere "Her", perché, quando appena arrivato ho provato a comprare il biglietto,
mi hanno detto che hanno il tutto esaurito.
Così non mi resta che tornare a casa. Giorni dopo qualcuno mi ha fatto vedere il film "I'm here" e, dopo qualche iniziale
perplessità, ho davvero apprezzato la creatività ottenuta con mezzi minimi, l'elegia dei sentimenti, la modernità stralunata
di questo mediometraggio - o corto? - che dura circa 30 minuti.
Quanto basta per incuriosirmi a proposito di questo regista e le sue opere.
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