La grande sala dell'Auditorium era piena questa sera per vedere il film che parla di Facebook, diretto da
David Fincher.
La pellicola narra infatti la genesi di quello che è oggi il più grande dei social network di internet, nato
come una piccola rete universitaria che consentiva di fare una specie di concorso di bellezza in diretta, scegliendo
sullo schermo la studentessa più bella.
La storia è sicuramente affascinante, perché ci mostra un mondo molto lontano dalle abitudini italiane, dove come si
sa conta solo quali e quante conoscenze hai, nonché di quale partito o sindacato o loggia o parrocchietta fai parte.
Qui invece siamo ad Harvard, una delle più prestigiose università americane, dove il rettore dice che "qui la gente non viene
a cercare un lavoro, viene ad inventarsene uno".
Ed il protagonista, Mark Zuckerberg, interpretato da Jesse Eisenberg, fa proprio così: dopo aver passato qualche guaio
per il suo concorso di bellezza online, estende l'idea e crea una rete per studenti universitari, seguendo anche i
suggerimenti di altri. Poi chiede un prestito ad un collega più abbiente ed amplia ancora la sua rete, portandola
in tutte le università statunitensi, poi in quelle inglesi e di altri paesi.
In pochi anni facebook diviene il social network più grnde del mondo, con centinaia di milioni di iscritti ed un valore stimato
in decine di miliardi di dollari Usa.
Storia americana come non mai, come si diceva, perché mostra il successo di un individuo, dovuto alle sue capacità ed alla
sua caparbietà, alla sua voglia di realizzarsi ed al modo con cui sa superare gli ostacoli.
Mostra anche però l'assoluta mancanza di scrupoli del protagonista, che sfrutta i suggerimenti dei due colleghi senza
coinvolgerli nel suo progetto (anni dopo gli faranno causa e la vinceranno) e caccia dalla società lo studente che gli
fece il primo prestito, non appena diventerà inutile per i suoi scopi (anche lui gli farà causa ed anche lui la vincerà).
Anche questo però è molto americano, tipico di una società che insegna allo stesso tempo a rispettare tutte le regole del gioco
ed anche a violarle, quando serve per vincere ed avere successo, ad essere ligi al dovere e spietati nella concorrenza.
Non a caso è il paese leader nel mondo per il numero di malati di mente e di serial killer.
Il divertimento nel vedere questo film è stato aumentato da due fattori: sono anche io un utente di Facebook e sono anche
io un informatico. Quando nella prima parte del film si sentono alcuni dettagli tecnici, ad esempio, li ho subito
riconosciuti e posso dire che una volta tanto sono corretti, non sono frasi messe lì solo per fare scena. Si capisce
anche che Facebook è nato utilizzando sistemi come Linux ed i programmi open source, cioè quelle tecnologie
che hanno consentito lo sviluppo dei maggiori sistemi oggi presenti su internet.
Tra gli spettatori molti erano giovani, nel corpo o nell'animo, e la proiezione è stata preceduta da un brevissimo dibattito
sul palco, condotto dalla giornalista televisiva Luisella Costamagna.
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