Un Sanremo molto diverso dal solito quest'anno, presentato da Paolo Bonolis e Luca Laurenti, entrambi molti simpatici e molto in vena. Sono persino riusciti a mantenere la loro esuberante verve comica
entro limiti accettabili per una manifestazione come questa.
Molto spazio alla musica, siparietti simpatici e non molto lunghi, niente "dopofestival": è sicuramente la
formula giusta, anche se a mio avviso solo le ultime due serate, quelle di venerdì e sabato, dovrebbero durare oltre la mezzanotte.
Quanto alle canzoni, le novità più interessanti si sono viste tra i giovani, con Arisa, che ha vinto
con la fresca ed orecchiabile "Sincerità" e con la musicalmente meravigliosa "Egocentrica" di
Simona Molinari.
Tra i big, ho apprezzato soprattutto Dolcenera, con la sua "Il mio amore unico", canzone a due
tempi e due stili, che parte ritmata e quasi rock e si scioglie in un bellissimo ritornello melodico che dà
una sensazione di disgelo ed apertura verso gli altri.
Ho apprezzato anche qualche altra canzone: la voce di Nicky Nicolai, il ritornello di Povia (peccato per il testo, ispirato da qualche psicologo da spiaggia) e poco altro.
Bref, per me avrebbero dovuto vincere, nelle due categorie, Dolcenera e Simona Molinari. Arisa non mi sconvolge
più di tanto (io la vedevo seconda), mentre non riesco a capacitarmi di come sono andate le cose tra i big.
Ma, si sa, Sanremo è Sanremo e non sarebbe tale senza qualche porcata sesquipedale.
|
|