Alcuni brani:
Tu, invidualista, fratello d'armi e di cuore, sappi che questo libro non è destinato a te,
perché l'impresa non fa per te. Il lavoro nelle grandi società serve solo ad ammanettare
l'individuo che, abbandonato a se stesso e al suo libero arbitrio, corre il rischio di
mettersi a riflettere, magari con atteggiamento critico, e chissà, potrebbe spingersi fino
a contestare l'andazzo generale!
Le parole servono solamente a significare, e nascondono i rapporti tra gli eventi dissimulando
le cause che li originano. La lingua di nessuno, oscura ed inintellegibile per scelta, finisce
per somigliare ad un misterioso gergo derivato dalle pseudoscienze. Sono queste le
caratteristiche adatte a sedurre un pubblico che si sente tanto più up-to-date quanto
più ha le idee confuse. Più l'impresa usa parole tecniche e astratte, più sembra persuadersi
di essere convincente.
Se la neolingua d'impresa è così ributtante, è anche perché quasi tutti parlano per
acronimi, Sì, perché la neolingua non ha solo fatto sparire un certo numeri di parole,
ma ne ha anche create in quantità, in particolar modo a partire da abbreviazioni e troncamenti,
senza preoccuparsi troppo di un'evidente sgradevolezza sonora. I nomi di unità, di gruppi,
di servizi, sono acronimi. Ecco il tipo di frase che si sente in un meeting: "L'AGIR
è diventata IPN, che a sua volta dirige l'STI, in seno alla SSII, che quindi perde il
controllo di gestione del DM; ma questo migrerà ben presto alla RTI".
Lo diceva già Sigmund Freud: il motore del successo, e quindi della lotta contro il
prossimo, non è che la ricerca narcisistica di una piccola differenza, per definizione
minuscola, impercettibile. E' per questa ragione che nell'universo dell'impresa i segni di
status sono così importanti.
L'abbondanza di titoli di studio squalifica i titoli stessi. Più ce ne sono e meno
valgono: l'INSEE stima che un terzo dei dipendenti svolga mansioni non adeguate al
titolo di studio conseguito.
Il cosiddetto "giovane", privo delle maniglie dell'amore e per nulla avvezzo alle
imbarazzanti rodondità ventrali, entra nel mondo del lavoro con un'ingenua speranza.
Crede che le parole "proattivo" e "benchmarking" significhino
davvero qualcosa [...]
Il quadro di un tempo, che trasuda gerarchia e status quo, è finito. Bisogna dire che
"quadro" non significa più granché, se non che la persona cui si riferisce
ha fatto degli studi di una certa lunghezza e non può essere messa a pulire
i pavimenti.
- Inutile cercare di cambiare il sistema: ogni opposizione lo rafforza; ogni contestazione
gli dà più consistenza. [...] E' sempre intrigante, ma la rivoluzione andava bene per i
contestatori degli anni '70, e adesso tutti possiamo vedere dove li ha portati (alla
direzione generale).
- Il suo lavoro, alla fine, non serve a niente, e lei potrà essere sostituito dall'oggi
al domani dal primo cretino che capita. Quindi lavori il meno possibile [...]
- Scelga le imprese più grandi, e in esse i posti più inutili: consulente, esperto,
ricercatore, analista.
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