Ecco un altro film per cui non sono riuscito a comprare il biglietto all'Auditorium, in quanto era sold out.
L'ho visto però qualche giorno dopo al cinema Moderno, un'altra sala coninvolta nel Festival del Film di Roma di quest'anno.
La pellicola, diretta dalla esordiente argentina Laura Citarella, ci parla di una ragazza (Laura Paredes) che ha
vinto in un programma di quiz di una emittente televisiva. Il premio consiste in una vacanza di alcuni giorni, da trascorrere
in un albergo in riva al mare ad Ostende, una località atlantica a sud di Buenos Aires.
La ragazza raggiunge l'hotel da sola, visto che il suo fidanzato la raggiungerà solo negli ultimi due giorni. Siamo fuori
stagione, il vento scuote le onde e la spiaggia, l'albergo è quasi vuoto e così la protagonista passa il suo tempo ad
osservare il panorama ed il comportamento degli unici altri tre ospiti, un uomo maturo in compagnia di due donne più giovani.
Alla fine arriva il suo ragazzo e lei gli racconta la teoria che ha sviluppato sul comportamento dei tre. Solo dopo che i due
sono ripartiti, la cinepresa mostrerà allo spettatore l'epilogo della storia.
Una trama dunque molto semplice, ma il pregio del film consiste nel modo con cui tutto ciò viene raccontato. Ritmi lenti,
paesaggi, il rumore del mare, voci lontane o dietro una parete, di cui non riusciamo a comprendere le parole, il canto degli
uccelli, il fruscio degli alberi. Le inquadrature e, direi soprattutto, l'uso del'audio rendono questo film affascinante ed
interessante. Una prova del fatto che per fare cinema non sono necessarie delle sceneggiature complicate e piene di eventi.
Certo, per apprezzare la cosa bisogna entrare un po' nell'atmosfera del film. Chi non ama il minimalismo e la contemplazione
difficilmente potrà amarlo, ma a me è piaciuto.
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