Primo film visto durante il festival del cinema di Roma di quest'anno. Diretto da James Marsh, narra la storia di Philippe Petit, funambolo
francese che riuscì nell'impresa, bislacca e temeraria al tempo stesso, di camminare su un filo d'acciaio teso a
480 metri d'altezza, tra le due torri gemelle di New York, le stesse che poi finiranno distrutte nel terribile
attentato del settembre 2001.
Si tratta quindi di un documentario, ma girato con grande verve narrativa, per cui in fondo non c'è grande differenza
con un normale film d'azione. Anche perché di azioni Philippe ne ha sempre fatte molte, fin da quando nella natia
Francia camminò tra le due torri della cattedrale di Notre Dame, a Parigi.
Il Philippe di oggi, la sua ragazza di allora ed i suoi amici, ci raccontano gli eventi ed il racconto è mescolato alle
riprese fatte all'epoca dei fatti ed a ricostruzioni. Il tutto condito da abbondante autoironia, che si aggiunge alla
simpatia innata che ispirano i personaggi.
Poi ad un certo punto, nei momenti più importanti, come colonna sonora hanno messo due pezzi di Satie, tra cui
Gymnopédie n. 1, e lì mi sono commosso, ma non tanto per il film, quanto per altre cose correlate.
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