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Vinicio Coletti presenta

Patrizia Laquidara a Roma

Concerto - Patrizia Laquidara - Italia - 2011


Il 24 marzo 2011 è un giorno uggioso, di quelli che ti fanno odiare l'inverno e desiderare l'afa, il sudore e l'asfalto che ti si scioglie sotto i piedi.
Esco un po' prima dal lavoro, vado a casa, faccio uno spuntino e salto su un taxi diretto a The Place. Quando arrivo chiedo di parlare con Patrizia, perché il Grande Dubbio Amletico va sciolto una volta per tutte, sempre che trovi il modo giusto per affrontare il discorso, ma nei dintorni non c'è nessuno, in quel momento.
Aspetto un po' fuori del locale ed una ragazza sembra voler parlare per forza con me, mi chiede se io sono il "vinix" di wikipedia - ed io confermo. E' in compagnia di un gruppo di persone e non capisco bene cosa vogliano dirmi, sembrano voler affrontare un certo discorso, ma partendo da lontano, troppo lontano.
Ad un certo punto Patrizia esce da locale, io mi avvicino per parlarle, lei mi saluta e rientra subito; d'altra parte manca pochissimo tempo al concerto.
Entro anche io, ma, non so perché, sono di cattivissimo umore, mi sembra quasi di pertecipare all'ennesima ripetizione di un rito, io che vedo un concerto di Patrizia - sarà il ventesimo o giù di lì - e mai che si possa affrontare il vero argomento. Sempre evasiva, sfuggente, come un'anguilla, anzi come un'anguana, la mitica creatura acquatica delle leggende venete che ha ispirato il suo ultimo album.
Bene, non me la sento di restare, prendo un altro taxi e torno a casa.
Qui ceno con calma e poi penso che potrei almeno salutarla a fine concerto, del quale conoscevo già ogni canzone, per averle ascoltate lo scorso agosto a Grottammare. Così prendo la mia auto e torno a The Place, dove il concerto sta in effetti per terminare.
Finito il concerto, incontro una coppia ed una giornalista della Rai, tutti e tre appassionati della musica di Patrizia. Riescono tutti a scendere a salutarla, ma quando tocca a me un tizio dello staff di The Place inizia a dire strane cose, cioè che lei sta scegliendo "per cognome" le persone da salutare e così via.
La cosa mi fa arrabbiare non poco e così finisco con il dire cose che non volevo dire, né allo staff, né a Patrizia, che sale dal camerino accompagnata da giornalisti della ADN Kronos, che la stavano intervistando. In seguito questa agenzia farà uscire la notizia del concerto, con un comunicato estremamente sintetico e stringato.
Riprendo la mia auto e vago un po' a caso per Roma, prima di tornare a casa.
Nonostante tutto ciò, che è dipeso fondamentalmente dal mio umore odierno, inusualmente cattivo, posso dire che l'ultimo album di Patrizia è bello e musicalmente molto sofisticato.
Ma di ciò parlerò in separata sede.


24 marzo 2011