"L'industriale", diretto da Giuliano Montaldo, ha partecipato al festival del Film di Roma di quest'anno e sono riuscito a
vederlo al cinema Embassy, una delle sale collegate al festival, dopo avere trovato tutto esaurito all'Auditorium.
Come si intuisce dal titolo, il film racconta le vicende di un industriale (Pierfrancesco Favino) che produce pannelli
fotovoltaici. La sua azienda è però in crisi profonda e deve assolutamente trovare un parner che acquisti una quota di
minoranza della sua società. Ha in corso trattative con un'azienda tedesca e nel frattempo le banche gli rifiutano ogni
ulteriore finanziamento.
Ha anche una bella moglie (Carolina Crescentini) che viene da una famiglia decisamente ricca. Lei o anche la madre di lei
potrebbero intervenire per garantire il prestito della banca o anche in modo più diretto, ma lui non vuole chiedere aiuto né
a sua moglie, né alla suocera.
Il tutto nella Torino della crisi economica, dove l'epoca dei grandi successi dell'industria meccanica è
solo un ricordo del passato. Così tra manifestazioni operaie, dubbi coniugali e maldestri tentativi di risolvere la situazione
facendo il furbo, il protagonista è sempre meno sicuro di sé e sprofonda nelle sue angoscie.
Ma nel finale si intravede per fortuna la luce in fondo al tunnel. O è solo un miraggio?
Lo stile della regia è fattuale. Si descrivono gli eventi senza nessun palese tentativo di dare giudizi sul comportamento
di ogni personaggio e questo rende il film una specie di affresco della difficile epoca che stiamo vivendo.
Decisamente interessante.
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