Anche escludendo il recentissimo interesse per la lingua giapponese (vedi sotto), avevo
sempre trovato molto piacevoli i brevi componimenti poetici chiamati haiku.
Un haiku è una breve poesia di tre versi, che però in giapponese si scrivono anche su
una sola riga, composti da 5, 7 e 5 sillabe, rispettivamente. Essi erano anticamente
chiamati hokku ed erano la strofa iniziale di composizioni più lunghe, dette
renga.
L'argomento degli haiku classici è la natura, intesa come pura contemplazione di eventi
naturali, come giustapposizione di immagini ed anche suoni ed odori, il tutto racchiuso
in uno lasso temporale minimo, che tende all'attimo.
Questo è lo stesso atteggiamento che ho sempre sentito come mio, poesia come
semplice accostamento di immagini. Inutile dire, quindi, che gli haiku
non possono non piacermi (ma non mi sento certo un poeta, io le poesie le leggo,
non le scrivo).
Trovo ancora più interessante questo libro per il fatto che riporta sia l'originale
giapponese che la traduzione italiana. E devo dire che la traduzione di alcune
poesie mi lascia un po' perplesso, perché troppo prolissa. Forse con gli haiku
meno parole si usano, più si rende l'effetto dell'originale.
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