Dal 13 al 17 gennaio c'è stato il Festival della Scienza all'Auditorium di Roma.
Venerdì 15 ho assistito ad una una conferenza sulla robotica, intitolata "Uomini, robot e altre strane creature", con la partecipazione di
Giulio Sandini, Antonio Bicchi, Mark Cutkosky, Sandro Nannini e Alon Capua. E' stata molto interessante e se c'è una cosa che ho notato
è stato l'atteggiamento completamente diverso del gruppo degli studiosi italiani, rispetto agli americani e israeliani presenti. Mentre gli italiani
tendevano a partire dai massimi sistemi - cos'è un uomo, cos'è l'intelligenza, ecc. - gli americani tendevano pragmaticamente a partire dalla
soluzione dei problemi più elementari e pratici (come far muovere un arto, come creare un serpente robot, ecc.). Solo il futuro ci dirà quale
impostazione è vincente, ma non scommetterei sugli italiani, in questo caso.
Mark Cutkosky ha fatto vedere il suo geco robotico, cioè un robot in grado di arrampicarsi sulle pareti, costruito grazie allo studio
delle zampe del geco, un simpatico rettile che sa arrampicarsi su qualsiasi superficie verticale. Alon Capua ha invece fatto vedere, anche dal vivo,
il suo serpente artificiale, anche è un po' triste sapere, dai giornali, che i primi utenti del robo-serpente sono stati i militari israeliani...
Finita la conferenza sui robot ho gironzolato un po' per il festival, dove ho curiosato negli stand allestiti dal laboratorio Telecom Italia.
Oddio, non è che ci fossero novità clamorose. Tra e-book un po' deludenti e telecamerine semoventi, c'era persino una automobile dotata di... pensate cosa...
non oso dirlo: un navigatore satellitare gps! Wow, che novità eh?
Poi mi sono recato all'evento successivo, intitolato "Tra Possibile e Immaginario - Dove ci porta il web?", con Franco Bernabè (Ad Telecom Italia),
Paolo Ferri, Stefano Maruzzi (Google Italia ed ex Microsoft), Nicholas Negroponte (MIT di Boston), Luca Sofri (blogger),
Riccardo Luna (rivista Wired Italia).
La cosa più interessante di questo incontro è stata la presentazione del progetto di Nicholas Negroponte, intitolato "One Laptop per Child",
che consiste in una società no-profit che costruisce pc portatili a basso costo e fatti apposta per i bambini in età scolare dei paesi in via di sviluppo.
Il laptop è colorato, sopporta le cadute, si connette in wireless con i pc degli altri bambini e contiene giochi, programmi educativi e 100 diversi libri
da leggere. Per le zone prive di elettricità, ne esiste una versione che si carica a manovella.
Inoltre, quando ad esempio in un villaggio sperduto vengono dati molti di questi pc, ognuno contiene libri diversi da quelli presenti negli altri pc.
Così, come ha detto Negroponte, se si danno 100 pc ad un villaggio africano, quei bimbi (ed adulti) si ritrovano a disposizione una biblioteca di 10.000 volumi,
cosa che non sarebbe possibile con i libri tradizionali.
Egli ha poi illustrato i primi risultati positivi avuti in molti paesi. In Uruguay, ad esempio, il governo ha deciso di dare il pc a tutti i bambini
in età scolare ed il risultato è stato l'azzeramento delle fughe dalla scuola, l'aumento dell'interesse nei bambini, il coinvolgimento dei genitori, ecc.
Ero quasi commosso, a sentire queste cose...
Qualcuno ha poi fatto presente quanto si spende poco per l'istruzione in Italia (solo lo 0,7% del PIL contro il 6% degli Usa, ad esempio, ed una media
del 2% nella UE).
Una nota stonata è venuta da Luca Sofri, il quale, volendo sottolineare come i giornali a volte sparano le notizie ed esagerano, ha citato i titoli
sul terremoto ad Haiti. Ora, il concetto uno può anche condividerlo, ma certo che l'esempio che ha scelto è stato proprio il peggiore. Quel terremoto
è stato così orrendo, infatti, che nessun titolo di giornale, per quanto a caratteri cubitali, potrà mai riuscire a comunicarci neanche una minima
parte dell'orrore reale che proveremmo stando sul posto. Sono sincero: questa frase di Sofri mi ha nauseato.
Divertente, invece, l'elegante battibecco tra Bernabé e Negroponte. Quando il primo diceva che pochi in Italia usano internet, il secondo rispondeva che
è forse perché le connessioni costano troppo (tra gli applausi del pubblico). Però, se la gente butta somme enormi per i telefonini, penso io, il
problema forse è soprattutto culturale.
Poi, dopo che Bernabè aveva illustrato le meraviglie di internet sui cellulari e sui televisori, Negroponte ha sentenziato che chi punta su telefonini e tv,
è destinato a morire (si notava leggero sbiancamento di Bernabè).
Sabato sono andato a vedere solo un incontro con il giornalista Gianluca Nicoletti sulla tecnologia e mi è piaciuta soprattutto una sua frase su
Pistorius. Visto poco, però, perché sono arrivato che era quasi finito.
Subito dopo mi sono però imbattuto in una lezione sulla storia della musica elettronica, dagli anni '30 ad oggi, tenuta da Enrico Cosmi.
E' stata divertente ed interessante e mi ha fatto ricordare di quando giocavo nei primi anni '80 con gli oscillatori di un Commodore (lo avevo
trasformato in un piccolo moog), ascoltavo Stockhausen e mi interessavo al musicista greco Xenakis... Bei tempi.
Domenica sono andato a vedere un incontro sulla biologia e l'evoluzione, con Gianfranco Biondi ed Olga Rickards. Incontro molto
interessante e nel quale ho superato la mia innata ritrosia per fare due domande, che hanno avuta pronta risposta.
Nel mio filmato qui a fianco, una sintesi di quanto ho visto.