Curioso un festival sulla matematica, no? Così ho deciso di fare un
salto all'Auditorium di Roma nella giornata conclusiva di questa manifestazione.
Ho visitato per prima cosa lo spazio serra, che era però calibrato per i ragazzi
delle elementari, che infatti affollavano gli stand, seguiti dagli animatori.
Una tizia giocava alle torri di Hanoi, il che mi ha fatto ricordare i primi
programmi ricorsivi scritti in linguaggio Pascal, decenni fa...
Ho poi tentato di entrare alla conferenza di Benoit Mandelbrot, il matematico
frattale, ma tutti i posti erano esauriti e non sono riuscito a vederne neanche
un trancio. Ho così ripegato sulla mostra archelogica ed ho trovato un tizio
che spiegava ai visitatori come erano fatte le tessellature dei pavimenti dei
Mercati di Traiano, un centro commerciale della Roma antica.
Sono infine capitato per caso in una dimostrazione fatta dalla Casa Paganini,
in collaborazione con l'Università di Genova. I movimenti di un attore,
inquadrati da una telecamera, sono interpretati da un computer che pilota
una traccia musicale. Affascinante, ma, sarà per il mio lavoro di programmatore,
la cosa non mi ha impressionato più di tanto.
Gli studi sulle nuove interfaccie uomo-computer sono interessanti, ma mi piacerebbe
vedere sviluppi più complessi di questa tecnologia, cosa di cui ho brevemente
parlato con i due genovesi lì presenti.
Complessivamente dalla mostra, intesa come spazio espositivo, mi aspettavo di più,
ma è anche vero che la vera attrazione erano le conferenze. Uscendo ho visto
l'immensa fila di coloro che si apprestavano ad entrare all'incontro finale
con Serena Dandini ed il matematico Piergiorgio Odifreddi. Contenti loro...