Presentato al festival del cinema di Roma di quest'anno, Crime d'Amour è l'ultima opera del
regista francese Alain Corneau, purtroppo deceduto a fine agosto 2010, appena una settimana dopo
l'uscita di questo film nelle sale.
Ambientato negli uffici parigini di una grande impresa multinazionale, racconta della lotta senza quartiere,
ma anche torbida e piena di equivoci, tra due donne manager.
La dirigente Christine, interpretata molto bene da Kristin Scott Thomas, sviluppa una specie di rapporto di
amore-odio con la sua vice, Isabelle, interpretata dalla altrettanto brava Ludivine Sagnier, fino a che la
storia si trasforma in un vero e proprio giallo, sul quale è bene quindi non dire troppo.
Il tema del film è direi molto attuale, visto che si parla sempre più dei problemi relativi alle relazioni
umane nelle grandi imprese, dove spesso si sviluppano tendenze malsane e ghettizanti, oppure meccanismi di
umiliazione e sopraffazione. Questo vale tanto più per la Francia, dove ad esempio è ben noto il caso dei
suicidi a catena avvenuti all'interno di France Telecom.
Ma il cuore del racconto è dato comunque dal rapporto tra le due donne. La dirigente, che mira ad un incarico di
maggior prestigio nella sede di New York, vuole essere di esempio per l'altra, domanda fedeltà, abnegazione
e persino amore. Isabelle invece è respinta dai meccanismi utilitaristici, che decide però di far propri
per difendersi da Christine, fino ad arrivare ad una vendetta molto ben organizzata.
Devo dire che, per il tema del racconto e per la bravura delle due protagoniste, ho apprezzato molto questo
film, che è impossibile non seguire con attenzione estrema, perché una volta iniziata la visione non si desidera
altro che di sapere come andrà a finire.